Lazio, il derby non finisce più. Sarri: «La Roma? Ma cosa dicono...»

Lazio, il derby non finisce più. Sarri: «La Roma? Ma cosa dicono...»

di Alberto Abbate

Guai a rovinargli quella festa con Olympia sotto la curva: «Non so cosa dica Mourinho, io al derby ho visto un fallo su Leiva, Zaniolo in fuorigioco nel rigore reclamato e in quello assegnato un contatto ravvisato soltanto da Guida e dal Var, visto che ad essere colpito è stato Akpa. Ad ogni modo, non mi interessa più la Roma. I punti li abbiamo fatti e sono sempre più convinto di aver scelto la sponda giusta della città». Sarri si è lazializzato prima ancora che la Lazio si sia sarrizzata, ma ora vuole voltare pagina: «Giocare con alte motivazioni per una partita riesce a tutti, per 2 mesi a pochi, per 10 mesi solo ai vincenti. Per noi è un ulteriore test contro la Lokomotiv Mosca». È fondamentale gestire la sbornia per il successo nella stracittadina e trovare il primo in Europa senza pensare troppo a Bologna: «Purtroppo, la Lega ci ha messo una partita di campionato a 61 ore dalla fine della gara europea. Mi sembra una cosa assurda». Immediata la replica: «Sorprende che un allenatore vincente non ricordi che il regolamento delle competizioni internazionali richiede almeno 48 ore di intervallo tra due partite, distanza ampiamente rispettata - scrive la Lega in una nota - e lo stesso Sarri, inoltre, ha già vissuto diverse volte una situazione identica nella sua esperienza inglese quando, dopo le gare del giovedì Europa League con il Chelsea, è sceso in campo spesso all’ora di pranzo della successiva domenica».
Il problema vero è il dispendio di energie con una rosa ridotta. Sarri non vuole fare troppo turnover: Patric-Luiz Felipe e Hysaj-Radu i ballottaggi in difesa, solo uno fra Milinkovic e Luis Alberto riposerà. Davanti Immobile è stanco, Muriqi scalpita, ma al massimo può essere inserito Raul Moro al posto di Pedro come terza punta. Questo avversario è rognoso, Maurizio lo sa. La Lokomotiv Mosca fa parte della sua recente storia. Con la Juve appena due anni fa, il tecnico vinse andata e ritorno con lo stesso 2-1 firmato Dybala, Ramsey e Douglas Costa: «Furono gare sofferte, è una squadra che non ti lascia giocare e serve testa e pazienza». Il 6 novembre 2019 al 92’ Sarri conquistò così gli ottavi di Champions in anticipo sulla panchina bianconera. Adesso vuole tornare in auge anche in quell’Europa League vinta col Chelsea, dopo la sconfitta biancoceleste contro il Galatasaray alla prima giornata: «È un girone difficile, abbiamo sbagliato il debutto, per noi questa sfida è delicata e importantissima. Molto più difficile di ciò che si pensa».
LA CABALA 
Sono tuttavia di buon auspicio, i russi sulla strada.

La Lazio nel 2000 pareggiò 1-1 nelle semifinali contro la Lokomotiv a Mosca e 0-0 a Roma. La formazione allenata da Sven Göran Eriksson vinse poi la finale e la Coppa delle Coppe, battendo il Mallorca. Successo che spianò la strada per la Supercoppa europea, ma Sarri non è venuto qui a fare la comparsa. E il derby può rappresentare una svolta in discesa. Sulle ali di Olympia è l’ultima immagine di un comandante supremo, umano, scatenato, innamorato e finalmente nella sua piena autorità: «Alla Lazio ormai sto benissimo, mi diverte allenarla e ho trovato una grande società». Sembra l’inizio di una favola.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Settembre 2021, 07:30

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