Lazio, difesa solida e attacco da vertice: ora la cura Sarri funziona davvero

Lazio, difesa solida e attacco da vertice: ora la cura Sarri funziona davvero

di Enrico Sarzanini

Seconda miglior difesa del campionato, secondo attacco e tre punti in più rispetto ad un anno fa. Prima sosta del campionato e primi bilanci a Formello, la cura Sarri sembra iniziare ad avere i suoi effetti. Unica nota stonata di questo primo scorcio di stagione il pesante 5-1 rimediato in Europa League contro i modesti danesi del Midtjylland, che lo stesso tecnico non è ancora riuscito a spiegarsi: «Ma nonostante quella ca....ta il bilancio è sicuramente positivo – come ha spiegato lui stesso dopo lo 0-4 ottenuto a Cremona – perché in campionato abbiamo una media elevata e prendiamo meno gol dell’anno scorso».

In effetti un anno fa alla settima la Lazio aveva già incassato 12 gol contro i 5 attuali, già tre i clean sheet collezionati (un anno fa a questo punto erano ancora a quota zero) a conferma che gli innesti fatti in difesa stanno sortendo gli effetti desiderati: Romagnoli è già un leader e sembra che giochi nella Lazio da sempre, Provedel ha subito conquistato la prima chiamata in Nazionale mentre Casale sta iniziando a conquistare Sarri - nelle due presenza da titolare i biancocelesti non hanno incassato gol.

In attacco, complice la costante Immobile (cinque gol in sette gare quest’anno, sei un anno fa), i biancocelesti con le tredici reti segnate in campionato sono secondi solo al Napoli capolista e alla sorpresa Udinese.

L’attaccante adesso, dopo aver risollevato le sorti della Lazio con la doppietta a Cremona, è pronto a prendersi sulle spalle anche l’Italia di Mancini: «Dopo la mancata qualificazione al Mondiale volevo lasciare – ha raccontato a Radio Rai - Quando si hanno certe delusioni, si pensano mille cose. Poi, però, a mente lucida ho parlato con il ct Mancini e mi sembrava che avesse ancora bisogno di me. C’è ancora bisogno di noi veterani, anche per accompagnare il rinnovamento con i giovani, per la rinascita dell’Italia». E dopo le polemiche del passato lo stesso Mancini riconosce all’attaccante l’importanza che riveste nel nostro calcio: «A parte Ciro è da un po’ che le squadre italiane non hanno attaccanti italiani».


Ultimo aggiornamento: Martedì 20 Settembre 2022, 06:40

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