La rinascita di Pjanic: così il bosniaco si è preso la Juve. E Rugani cresce

La rinascita di Pjanic: così il bosniaco si è preso la Juve. E Rugani cresce

di Timothy Ormezzano
Il 3-1 sull’Atalanta, ad appena sei giorni dalla peggiore prestazione in due anni e mezzo di gestione Allegri, ha restituito alla Juventus l’autostima e la vittoria. Ma anche due giocatori protagonisti della loro migliore prova stagionale: Pjanic e Rugani. «Il mio inserimento sta durando un po’ di più di quanto avevo pensato - ha ammesso il bosniaco -. Non c’era bisogno di ascoltare certe critiche per sapere se avevo giocato bene o no. Io cercavo questo tipo di sfide e un club esigente come la Juve».

Da trequartista, alleggerito dagli incarichi di copertura, Pjanic ha liberato l’inventiva. E oltre che nei numeri (5 gol e 6 assist), ora convince anche nel gioco, tanto da candidarsi a nuovo perno della manovra bianconera. «Io leader? Sono consapevole delle mie qualità. E ho voglia di prendermi delle responsabilità». Buone notizie anche in difesa, la più prolifica della serie A (8 gol all’attivo): Rugani ringhia e segna come se fosse uno di quella BBC sbriciolata dagli infortuni.

Il 22enne, prossimo a rinnovare il suo contratto fino al 2021 ha superato nelle gerarchie Benatia e ha una media-gol in campionato (1 ogni 179’) non distante da quella di un Higuain (1 ogni 141’) a secco da quattro giornate. «Un mio assist per Gonzalo? No, può segnare anche da solo», assicura Pjanic. A ogni modo mercoledì in Champions contro la Dinamo Zagabria l’argentino ritroverà dopo 46 giorni di assenza il suo connazionale Dybala, per almeno uno spezzone di partita.
 


Buona, ottima notizia per una Juve che, archiviato il ko di Marassi, vuole ripetere la serie di 15 vittorie consecutive realizzata dopo lo scivolone di un anno fa con il Sassuolo. «Le risposte le abbiamo date sul campo - twitta Allegri -: ora nessun calo di concentrazione!».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Dicembre 2016, 08:51

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