Juve-Real 1-4, panico e 1000 feriti tra la calca a Torino
"Ragazza e bimbo in prognosi riservata, 5 codici rossi"

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Juventus-Real Madrid 1-4, di Ronaldo e Mandzukic i gol nel primo tempo. Poi, Casemiro ha riportato in vantaggio le merengue e Ronaldo e Asensio hanno fissato il risultato finale sull'1-4.

Sono un migliaio le persone rimaste ferite ieri sera a Torino tra la folla che è iniziata a scappare dal centro, dove stava assistendo alla finale di Champions League dal maxi schermo allestito in piazza San Carlo. Un boato la causa del panico, forse un petardo, che ha scatenato il fuggi fuggi nel quale le persone sono rimaste travolte. La maggior parte dei feriti è stata medicata per lievi contusioni e tagli, 7 o 8 i codici rossi, tra cui una ragazza alle Molinette e un bimbo al Regina Margherita in prognosi riservata.

PANICO E ALLARME, FERITI IN PIAZZA SAN CARLO A TORINO Prima il tifo e la delusione, poi il panico improvviso e la paura. È una notte di caos e feriti, una notte da dimenticare quella di piazza San Carlo, nel pieno centro di una Torinovestita di bianconero per seguire dai macischermi la Juve nella finale Champions di Cardiff. Seicento i feriti, di cui due in codice rosso al pronto soccorso. In prognosi riservata un bimbo e una ragazza. Quando la squadra di Allegri aveva già ceduto il passo al Real, e la piazza abbandonato la speranza, all'improvviso il caos. «Urlavano e spingevano, ed è cominciato un fuggi fuggi generale», dicono alcuni testimoni, alimentando le prime ricostruzioni che parlavano di falso allarme attentato. «Sembrava di stare all'Heysel», l'oscuro pensiero di un anziano tifoso juventino presente in piazza, di fronte a quella folle che barcolla e poi dilaga, persona sopra persona. 

 


 

La dinamica e le prime testimonianze hanno subito fatto pensare all'equivoco terrorismo, qualcuno che ha urlato creando l'impressione di un attentato, fino a risvegliare gli incubi inconsci nei giorni del terrore globale. Poi, è emersa la dinamica: il cedimento di una ringhiera della scala del parcheggio al centro della piazza, i primi feriti, la gente che scappa, la psicosi che si diffonde per tutta la piazza che è da sempre il 'salotto buonò di Torino. Lì in migliaia erano arrivati tifosi da tutte le città italiane, Torino ma anche Verona, Trieste, Milano. E l'effetto dell'onda in preda al panico è stato terribile. Dal Bataclan al concerto di Manchester, passando per l'attentato sventato a Saint Denis nella notte di terrore a Parigi, nessuno è escluso dalla psicosi attentati. 





Di fatto, poco dopo il terzo gol del Real Madrid, all'improvviso, la gente ha iniziato a spingersi, travolgendo le transenne e iniziando a correre lungo le vie limitrofe. La maggior parte delle persone ha cominciato a correre lungo via Roma, verso la stazione di Torino Porta Nuova. 


 

Subito i vigili del fuoco e le forze di sicurezza schierate in strada hanno provato a riportare la calma, e sul posto sono arrivate numerose ambulanze, segno evidente che la calca aveva travolto persone. Attorno alle 23, piazza San Carlo si era completamente svuotata, mentre le sirene continuavano a far sentire il loro suono, e la polizia cercava di capire. La questura ha subito cominciato ad esaminare i filmati delle telecamere di sicurezza presenti nella zona. Ed emerso che l'origine del caos era una ringhiera crollata, sotto il peso delle persone: questa la ricostruzione ufficiale, anche se qualcuno parla di un petardo scoppiato al centro della piazza, creando il vuoto via via come testimonia un video sui social. Causa o effetto che sia stato, da quel punto è stata psicosi pura. E panico.






BUFFON: «GRANDE DELUSIONE, NON CE NE VA UNA BENE» «È una grande delusione, perché pensavamo di avere fatto tutto il necessario per vincere. Grandissimo primo tempo, nel quale abbiamo messo in difficoltà il Real. Ti lascia a bocca aperta l'episodio che non ne gira mai bene uno. Per vincere questa coppa bisogna essere più forti di tutto. Nella ripresa la loro classe, la loro forza, la loro attitudine a vincere queste sfide si sono viste e hanno vinto meritatamente». Così un commosso Gigi Buffon ha commentato a Mediaset premium il pesante ko nella finale di Champions.

JUVE: MALEDIZIONE FINALE, REAL LA SCHIANTA ED È CHAMPIONS Juve maledizione finale. È ancora il Real Madrid a vincere la Champions, la sua 12/a, un traguardo storico perché è la prima volta che una squadra la vince due volte di seguito da quando ha cambiato nome e formula. La squadra di Zidane ha umiliato la Juventus arrivata a Cardiff sicura che fosse davvero la volta buona per sedersi sul trono d'Europa ed invece incappata nella 7/a sconfitta nelle finali, che fa molto più male di quella di Berlino 2015. C'è ancora un abisso - o meglio, c'è stato questa sera - tra le due squadre. Dopo una bella partenza, con palla-gol di Pjanic e il pareggio riagguantato con una rete acrobatica di Manduzkic, la squadra di Allegri è uscita di scena. Troppo brutta, irriconoscibile, senza mordente nè idee, senza fiato né convinzione nei secondi 45' semplicemente non giocati.
Il Real, al contrario, è tornato in versione Galacticos: due perle di Ronaldo, che ha chiuso la stagione con 12 centri in 13 partite, ma tanto intorno a lui, dalla difesa al centrocampo, dagli esterni agli uomini d'ordine. Dani Alves si è spento sul più bello, Khedira pure, ma sono stati due fantasmi soprattutto Higuain, che un'altra volta ha fallito l'esame Champions, e Dybala. Il cambio della «Joya» argentina con Lemina nell'ultimo pezzo della partita è stato l'ennesimo segnale di resa, anche di Allegri. La delusione è enorme per tutti i bianconeri, forse un pò di più per Buffon che, alla soglia dei 40 anni, sperava finalmente di vincere il trofeo più ambito, insieme ai Mondiali. L?unico rebus delle formazioni era il ballottaggio in casa Real, questa sera in maglia viola, tra Isco e Bale: Zidane ha preferito lo spagnolo al gallese che a casa sua ha dovuto quindi sedersi in panchina. Nessun colpo di scena nella Juve: Allegri aveva pochi dubbi, ha puntato sul sicuro, con Barzagli in difesa e Dani Alves esterno alto. La Juventus, come aveva deciso il sorteggio Uefa, giocava in casa e al ?Millenium? sembrava quasi di essere allo ?Stadium, con lo stesso speaker a scandire l'attesa del supermatch diffuso dalle tv di tutti i paesi del mondo, esclusa, tra le grandi nazioni, solo la Corea del nord. Nel settore bianconero la coreografia ricordava alla squadra l?appuntamento con la storia :?The time is Now?, E la partenza della Juventus ha illuso i suoi tifosi: due tiri, non troppo impegnativi, di Higuain in 4? e poi la staffilata di Pjanic da fuori area di Pjanic sulla quale Navas dimostrava di meritare la maglia di portiere del Real, con una super parata. L?ammonizione di Dybala (12?) per un fallo, dopo aver perso palla, sulla ripartenza di Kroos, intristiva un po? l'argentino. E un contropiede micidiale del Real, al quale la Juventus lasciava troppo campo aperto, gelava ila Juve: sul destro di Cristano Rolando, sull?imbeccata di Carvajal, Boniucci sfiorava solo, sena riscire a intercettare. Per CR7 undicesimo gol in questa stagione di Champions, su 13 partite, questa volta un dispicare a Buffon. Questione di centimetri, forse millimetri, e Bonucci avrebbe respinto. Dopo che Isco si era incespicato sul pallone in un?altra azione di rimessa, la Juventus pareggiava con una semirovesciata di Mandzkic, sulla sponda di Higuain. Un?accelerazione di Marcelo (33?) costruiva un cross non sfruttato da Benzema e Ronaldo. Bonucci zoppicava e doveva uscire per le cure (5?) ma era un falso allarme. Un sinistro di Modric da 20 metri non spaventava Buffon (10?), sul cross tagliato di Marcelo CR7 non ci arrivava in tuffo di un nonnulla, Isco non sfruttava il buon momento del Real e spara fuori (14?). Ma la Juventus non si risolleva più, anzi e cedeva metri su metri, facendosi affossare da Casemiro, con un gran tiro da fuori, e ancora Ronaldo nel giro di tre minuti, tra 16' e 19'. Nel finale il poker dell'appena entrato Asensio. E i bianconeri restavamo pure in 10: Cuadrado, ammonito due volte in 17', era il primo a lasciare la scena. Fisicamente. Ma gli altri lo avevano già fatto con la testa.






JUVE: MALEDIZIONE CHAMPIONS, SETTIMA SCONFITTA SU NOVE Nove finali giocate, soltanto due vinte. La Champions League resta tabù per la Juventus che, anche stasera contro il Real Madrid, cade all'ultimo ostacolo e perde la quinta finale consecutiva. Quasi una maledizione, per i bianconeri, quella della Coppa dalle grandi orecchie. Dalla prima finale a Belgrado, nel 1973, persa 1-0 contro l'Ajax (gol di Johnny Rep), alla sconfitta di Berlino, solo due anni fa, contro il Barcellona stellare, a quella di stasera a Cardiff contro il Real Madrid. 

L'ultimo ad alzare al cielo la coppa resta così Gianluca Vialli, nel lontano 1996, allo stadio Olimpico di Roma, al termine della roulette dei rigori contro l'Ajax. Per la Juventus è stata la seconda Champions, ma molti suoi tifosi la considerano l'unica. Meglio dimenticare, dicono, quella vinta nel 1985 contro il Liverpool, grazie a un rigore inesistente di Platini, all'Heysel di Bruxelles. Una finale giocata per motivi di ordine pubblico, davanti a 39 tifosi juventini uccisi dalla follia degli hooligans inglesi.





La storia delle finali smarrite dai bianconeri, iniziata nel 1973, è ricca e amara. Dieci anni dopo la prima finale, persa per un gol dell'olandese Rep, un'altra delusione, nella sfortunatissima notte di Atene, contro l'Amburgo di Magath: correva l'anno 1983. Dopo la prima Coppa nell'85, la vittoria del 1996 illude i bianconeri che la maledizione della Champions sia ormai alle spalle. E invece ecco altre due finali gettate alle ortiche: nel 1997 contro il Borussia Dortmund (3-1) e l'anno successivo contro il Real Madrid (1-0). Cinque anni dopo, da Amsterdam a Manchester, i rigori premiano il Milan di Shevchenko. Poi nulla per 12 anni, con Calciopoli a rendere tutto più complicato per la retrocessione in serie B. 





Poi la resurrezione e la finale raggiunta nel 2015, sempre da Allegri, in una stagione che era stata fino a quel momento perfetta. In molti, come oggi, avevano fatto la bocca a quel triplete che in Italia finora è riuscito soltanto all'Inter, in uno stadio di Berlino - quello del trionfo azzurro ai Mondiali 2006 - che sembrava fatto apposta per incoronare la Juve. Ma era troppo forte quel Barcellona, nonostante una partita combattuta e - a tratti - giocata bene. La finale finì con le lacrime di Andrea Pirlo, uno degli eroi azzurri del Mondiale. Una Juve più sicura di sè si è presentata stasera a Cardiff ma l'esito non è cambiato. Il Real Madrid l'ha travolta con un 4-1 che non ammette repliche e allunga la maledizione bianconera in Europa.







 
 




Ultimo aggiornamento: Domenica 4 Giugno 2017, 12:56

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