Juventus e plusvalenze, la Procura Figc chiede 9 punti di penalizzazione per i bianconeri. Inibizione per Agnelli

Chiesta inoltre l'inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini.

Juventus e plusvalenze, la Procura Figc chiede 9 punti di penalizzazione per i bianconeri. Inibizione per Agnelli

di Redazione web

Mano pensante del procuratore della Figc, Giuseppe Chinè, che ha chiesto 9 punti di penalizzazione per la Juventus alla corte della Figc chiamata a valutare la riapertura del processo sportivo per le plusvalenze, dopo la richiesta di revocazione della sentenza di archiviazione. Lo apprende l'ANSA. Chinè ha anche chiesto 16 mesi di inibizione per Agnelli, 20 e 10 giorni per Paratici, 10 mesi per Cherubini, 12 mesi pe tutti gli altri consiglieri. Per le altre società calcistiche coinvolte, oltre a diverse inibizioni, sono previste soltanto ammende. 

La sentenza della Procura

La Juve scenderebbe dal 3° al 7° posto

Con 9 punti di penalizzazione la Juve in classifica scenderebbe dall'attuale terzo posto a quota 37 dietro a Napoli e Milan al settimo posto. Con 28 punti la squadra di Allegri avrebbe 6 punti in meno del terzetto Roma, Lazio e Atalanta ma, soprattutto, sarebbe a 6 lunghezze dalla zona Champions. 

L'udienza è cominciata alle 12.50 

È cominciata alle 12,50 da remoto, alla Corte federale d'Appello a sezioni unite, la discussione sull'istanza di revoca della sentenza di assoluzione presentata dalla Procura della Figc relativa alla riapertura del caso plusvalenze che vede coinvolta la Juventus e altri 8 club (Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara).  Collegato da remoto da Torino per seguire l'udienza c'è anche il nuovo presidente della Juventus, Gianluca Ferrero. Con i legali del club bianconero ci sono anche il ds Federico Cherubini e Fabio Paratici, ora dirigente del Tottenham.

Decisiva l'inchiesta "Prisma" della Procura di Torino

Nelle prossime ora quindi sapremo se la Juventus vedrà confermata l’assoluzione di primo e secondo grado senza un nuovo processo, se verranno giudicati un’altra volta e ancora considerati innocenti o se riceveranno una condanna che potrebbe portare una penalizzazione in termini di punti alla classifica.

La procura della Federcalcio, guidata da Giuseppe Chinè, ha però chiesto la revisione di questa ultima sentenza sulla base degli atti acquisiti dalla procura di Torino che ha condotto l’indagine Prisma. Il ricorso coinvolge altre otto società e in totale 52 dirigenti, ma nel mirino c'è in primis il club bianconero, che si trova ad affrontare il primo dei 'giorni del giudiziò che segnano il suo calendario 2023 tra giustizia sportiva e ordinaria e che culmineranno nell'udienza preliminare del 27 marzo prossimo davanti al Gup di Torino per l'inchiesta “Prisma” della Procura della Repubblica sui conti societari.

Secondo il procuratore, Giuseppe Chinè, le migliaia di pagine degli atti dell'inchiesta torinese - oltre a indurlo ad aprire un'altra indagine, sulle scritture private tra la Juve e i giocatori per presunti tagli fittizi degli stipendi - dimostrerebbero che il club bianconero è il perno di un sistema volto a truccare i bilanci con un turbinio di trasferimenti di giocatori la cui valutazione sarebbe slegata dal loro reale valore sportivo.

Per questo ha avanzato la richiesta di revocazione della sentenza definitiva emessa lo scorso maggio dalla Corte d'appello federale, che domani sarà all'esame dello stesso giudice. In primavera, il Tribunale federale aveva respinto la tesi dell'accusa - suffragata da un modello creato per definire 'fittiziè le operazioni di calciomercato finite sotto la lente, raffrontando anche i valori dei cartellini dei giocatori usando la piattaforma Transfermarkt - sostenendo in sostanza che i deferiti non potevano essere sanzionati in assenza una norma che disciplini i criteri per l'attribuzione del "valor" dei calciatori. La Corte d'appello respinse il ricorso della Procura, confermando i proscioglimenti. Ora si riparte, in base ai nuovi elementi.

Nel ricorso per revocazione, la Procura non si è espressa sulle richieste di sanzioni, che saranno esplicitate nel caso la Corte accetti di riaprire il procedimento. Se a primavera le richiesta riguardavano solo ammende per le società e inibizioni per i dirigenti, senza penalizzazioni di sorta, non è detto che questa linea sia confermata, ma si saprà solo domani. Rispetto ad allora, non sono coinvolte il Napoli e il Chievo, nel frattempo sparito, mai citate negli atti della Procura, quindi in giudizio si presenteranno oltre alla Juve, la Sampdoria, il Genoa, la Pro Vercelli, il Parma, il Pisa, l'Empoli, il Novara, il Pescara e 52 dirigenti delle medesime società. Tutte sono pronte a confutare le nuove contestazioni.

Nella sua memoria difensiva, la Juventus ribadisce la correttezza del proprio operato e confida che il ricorso sia dichiarato inammissibile o respinto «data l'insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare e soprattutto »l'assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte federale di appello e quindi la carenza dei presupposti dell'impugnazione«. La Corte potrebbe chiudere il procedimento, che si terrà esclusivamente da remoto, già in giornata, oppure rinviare a lunedì in caso si dovesse prolungare la camera di consiglio, sia per la decisione sul ricorso per revocazione sia, in caso questo fosse accolto, per la decisione nel merito del nuovo procedimento. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 20 Gennaio 2023, 21:25

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