Juve-'ndrangheta, il dg della Figc: "Processi mediatici". Ira dell'Antimafia

Juve-'ndrangheta, il dg della Figc: "Processi mediatici". Ira dell'Antimafia
È bufera su Michele Uva, il direttore generale della Federcalcio, che ha parlato della vicenda delle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta nella curva della Juventus (l'inchiesta "Alto Piemonte") e delle polemiche degli ultimi giorni sulle intercettazioni telefoniche che vedevano protagonisti alcuni dirigenti bianconeri, compreso il presidente Andrea Agnelli. «Sulla vicenda-biglietti, che coinvolge la Juve, non siamo preoccupati: noi dobbiamo occuparci della giustizia sportiva», ha detto Uva, a margine della presentazione di Italia-Albania di questa sera. «Però, mi sembra si stia facendo un processo mediatico; occorre che la giustizia ordinaria faccia il proprio corso con la massima serenità. Mi sembra che l'Antimafia stia facendo un processo molto mediatico e questo non fa bene nè al calcio, nè tantomeno all'Italia. Il calcio dà esposizione mediatica e questo è evidentemente in questo momento». 

ANTIMAFIA: PAROLE PREOCCUPANTI Dalla Commissione Antimafia, che si sta occupando del caso proprio in questi giorni, è partito un coro di disapprovazione nei confronti delle sue parole. «Se il Dg della Federcalcio definisce 'una cosa banale' un'inchiesta penale sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel circuito del tifo organizzato c'è da essere preoccupati. Se poi si chiede alla Commissione Antimafia di 'occuparsi d'altro' c'è da essere anche imbarazzati», ha detto Claudio Fava, vicepresidente della commissione. «La Commissione parlamentare antimafia non fa processi, men che meno mediatici. Di questo si cerchino altrove le responsabilità», aggiunge la presidente dell'Antimafia Rosi Bindi. «Preoccupa che il direttore generale della Federcalcio ritenga che ciò di cui ci stiamo occupando non sia una cosa seria. Ciò che fa male all'Italia sono le mafie, anche quando si infiltrano nello sport, e la sottovalutazione di questo fenomeno. L'inchiesta della Commissione proseguirà a tutto campo». 

M5S: UVA NEGA L'EVIDENZA «Ogni qual volta si cerca di sottolineare la gravità dell'infiltrazione mafiose in un specifico ambiente che sia politico, imprenditoriale o sportivo si osserva lo stesso tipico atteggiamento ormai vetusto: la negazione. Stupiscono le parole del Dg della Figc, perché invece di ravvisare quanto non solo sia possibile ma già diverse volte accertato il pericolo delle infiltrazioni delle mafie nel mondo del calcio, quanto occorra lo sforzo comune di tutti per fronteggiare questa minaccia, ecco che si cerca di screditare l'organismo parlamentare della commissione Antimafia». I membri M5S dell'Antimafia sono preoccupati: «Si spera sempre in un atteggiamento di collaborazione, di presa di coscienza, ma ci siamo abituati a questa delusione dal mondo politico, ora tocca anche al mondo sportivo. Non abbiamo certo bisogno del mondo del calcio per avere ribalta, perché forse sfugge al Dg Uva che le mafie hanno già tutta la ribalta che desiderano. Di negazione della verità, di negazione di un fenomeno così infame non solo sono pieni i libri di storia ma ne abbiamo avuto più che a sufficienza. Quindi non offenda il lavoro della commissione e se vuole per davvero fare il bene per il mondo sportivo assicuri una leale collaborazione e non cerchi una ribalta attaccando un lavoro serio e fondato».

"NON SARÒ PRESIDENTE DI LEGA A" «Si parla di me come possibile presidente della Lega di Serie A? Non penso proprio che lo farò, nè è mia intenzione». Così il dg della Figc, Michele Uva, a proposito delle voci su una possibile candidatura al vertice del Governo del calcio. «L'anticipo dell'inizio della Serie A? È un termine di condivisione, nessuno può imporre niente ad alcuno. Quando si mettono sul tavolo i problemi, le opportunità, i pro e i contro, si trova sempre una soluzione adeguata ed equilibrata per il calcio italiano - aggiunge Uva - Non si tratta di appoggiare una proposta, per adesso pensiamo all'Albania, guardiamo al domani anzichè pensare all'oggi. Trovare una soluzione dà beneficio all'immagine del calcio italiano».

«La scelta di Ventura come ct è un'ottima scelta di qualità da parte del presidente federale e i risultati lo stanno dimostrando - spiega Uva - La scelta di Ventura è oculata, condivisa e ponderata. De Biasi? A me non dispiace nessuno, ho lavorato con tanti allenatori. Non si tratta di piacere o non piacere». «Il caso Taranto? Gli episodi di violenza stanno aumentando e noi stiamo monitorando con la Lega Pro: è qualcosa che ci preoccupa molto e ne parleremo nel prossimo Consiglio federale».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 24 Marzo 2017, 15:42

© RIPRODUZIONE RISERVATA