Nel calcio, più di ogni altro sport e soprattutto in Nazionale, contano i risultati. Così l'unità di misura del lavoro di un ct è da sempre la vittoria. Mancini, in questo senso, ha già lasciato il segno: triennio, 32 gare, esaltante. L'en plein nelle qualificazioni europee con 10 successi in 10 partite (11 di fila nel 2019), i 79 gol realizzati, con media di 2,46 a partita, e i 14 subiti, cioè 0,43 a match. In più 30 marcatori diversi e solo 3 gare senza segnare. All'Europeo si prensenta al 7° posto nel ranking Fifa, con 8 vittorie consecutive (mai vista una striscia del genere nella nostra storia senza incassare reti) e con 27 risultati utili di fila, con 22 successi e 5 pari, solo Pozzo, con 30, ha fatto meglio.
Svolta autentica
Potrebbe bastare. Non a Mancini. Detto l'Artista, da giocatore. E diventato l'Esteta, da allenatore. L'Italia è bella a vedersi, come ormai dicono amici e nemnici. Dà spettacolo per arrivare a dama. Già il gioco, scomparso da tempo e comunque mai così coinvolgente. Velocità e profondità, a presicidere da chi va in campo. Trapezisti a centrocampo e in attacco. Non c'è il cannoniere, il migliore è Belotti con 8 reti, ma il coro: 30 marcatori diversi e solo 3 gare senza segnare. Lo spartito è il segreto del gruppo.
Esame di maturità
L'Italia, a vederla giocare e convincere, sembra perfetta. Ma il vero test è proprio l'Europeo. Mancini deve misurare la forza del suo gruppo contro le big del torneo. Dopo il flop di Ventura nelle qualficazioni mondiali, eliminazione nel play off contro la Svezia, la rifondazione è riuscita. Ma ancora non è possibile sapere quanto ci siamo avvicinati alle grandi del nostro calcio. La favorite sono altre: la Francia, davanti a tutte. Ma sono in corsa anche il Belgio, la Spagna, l'Inghilterra, il Portogallo e la Germania. Gli azzurri devono organizzare il ribaltone. La certezza è che il loro fuoriclasse sta in panchina. Ed è come se giocasse.
Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Febbraio 2023, 14:49
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