Albertini: «Figc e Nazionale sono fermi. Il nostro calcio ancora in crisi»

Albertini: «Figc e Nazionale sono fermi. Il nostro calcio ancora in crisi»

di Luca Uccello
Demetrio Albertini non ha mai smesso di correre. Dal campo alla scrivania. Prima con il pallone tra i piedi, poi in testa. Milan per una vita fino all’ultimo calcio con la maglia del Barcellona. In mezzo tanto azzurro. Sulla parete del suo ufficio, la Dema4, c’è la sua storia, tutte le sue maglie conservate gelosamente da suo padre Cesare, scomparso all’improvviso nel mese di luglio che raccontano cosa è stato lui per il calcio italiano.

Che momento è per la nostra Nazionale dopo la mancata partecipazione al Mondiale?
«Dopo un fallimento bisogna sempre risalire: questa Nazionale ha il peso di poter dire a che punto siamo. Delicato anche perché è un momento storico dove pochi italiani stanno giocando, manca l’esperienza internazionale».

Non è stata tutta colpa di Ventura?
«Nel calcio si cerca sempre un colpevole ma io dico che l’Italia che è scesa in campo è superiore alla Svezia. Il problema è che in quelle due gare non abbiamo dimostrato la nostra superiorità. Tutto il resto sono scuse».

Un consiglio a Roberto Mancini?
«Di avere un buon rapporto con i vari allenatori perché durante l’anno quasi sempre capita che qualche società ha delle esigenze diverse che poi vanno a scontrarsi con quelle della Nazionale».

Cosa si aspetta Albertini dalla nuova Figc?
«Non vorrei sentire che in questi due anni che rimangono gettiamo le basi per il quadriennio successivo. Abbiamo già perso troppo tempo. Ci sono urgenze che vanno risolte».

E con le troppe critiche al Milan come la mettiamo?
A me piace quando ci sono le critiche al Milan perché vuol dire che ci si aspetta sempre qualcolsa di più, che questa squadra può fare di più. Ne sono convinto».

È più forte dello scorso anno?
«Assolutamente sì perché c’è uno come Higuain là davanti che fa sempre gol, che cambia gli equilibri sia se ti devi salvare che se devi vincere lo scudetto».

Cutrone, è il nuovo Inzaghi?
«Presto per fare paragoni ma la cosa che mi ricorda di lui è la voglia imbarazzante di entrare e di essere determinanti anche in due minuti di partita. Questo entusiasmo mi piace tantissimo».

Visti nuovi Albertini nel Milan?
«Beh, ne è passato uno ancora più forte del sottoscritto: Pirlo. Per me Andrea è uno dei 5 giocatori più forti della storia del calcio».

Sorpreso da Gattuso?
«È più preparato di quallo che pensavo. Conoscendolo però forse non avrei dovuto stupirmi perché anche da calciatore è migliorato tanto, si è sempre messo in discussione e sta dimostrando che questa mentalità ce l’ha anche da allenatore. Farò sempre il tifo per Rino».

Paolo Maldini di nuovo al Milan...
«Finalmente... Paolo non poteva stare fuori dal calcio. Ha dimostrato di essere un campionato straordinario, di non sentire il peso del suo cognome e adesso dimostrerà quello che sa fare da dirigente. Lui è abituato a queste sfide».

E Albertini ha mai pensato di tornare al Milan?
«Mai stato contattato, quindi non mi sono mai trovato a dover scegliere».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Ottobre 2018, 09:16

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