Italia, domenica con la Croazia
un difficile esame di maturità

Italia, domenica con la Croazia ​un difficile esame di maturità

di Ernesto De Franceschi
MILANO - L'Italia e Antonio Conte all'esame di maturità. Dopo gli affanni per battere Azerbaigian e Malta, domenica a San Siro ecco il primo vero ostacolo sulla strada verso l'Europeo del 2016 in Francia. La Croazia di Modric, Rakitic e Mandzukic, tanto per citarne tre. Gente che gioca tra Real, Barcellona e Atletico Madrid, la crema del calcio europeo, senza dimenticare la stellina interista Kovacic («È un talento fuori dal comune. Ha detto che toglierebbe me dall'Italia? Contraccambio...», sorride il suo compagno di squadra in nerazzurro, Ranocchia). Una Croazia temibile e che viaggia a braccetto degli azzurri in testa a punteggio pieno nel girone di qualificazione.





Che Italia sarà? Un azzurro con la spia rossa dell'emergenza accesa. Senza l'infortunato Pirlo, faro del centrocampo, senza lo squalificato Bonucci, pilastro della difesa, ieri a Coverciano si è fermato pure Ogbonna (sofferenza al bicipite femorale sinistro). Così Conte deve rivedere ancora la linea a tre dietro. Darmian arretrerà per giocare al fianco di Ranocchia e Chiellini con l'inserimento di Pasqual sull'esterno sinistro. «Le assenze non devono essere un alibi, chi non c'è è ben rimpiazzato: andiamo in campo senza paura», assicura De Sciglio.



Per il resto l11 titolare pare fatto: De Rossi alla 100ª in azzurro davanti alla difesa, affiancato da Candreva e Marchisio, con Zaza e Immobile coppia d'attacco confermatissima e con Balotelli seduto in panchina. «Come ha detto il ct, Mario è un giocatore come tutti noi - spiega De Sciglio -. Ha un carattere particolare e per questo finisce spesso sotto i riflettori ma va lasciato tranquillo, è un bravo ragazzo e con noi è sempre tranquillo». Pure il cappellano della Nazionale don Massimiliano Gabbricci, che ieri a Coverciano si è intrattenuto con l'attaccante, ha detto di averlo visto bene e carico.



A far sorridere Conte ci sono i numeri dell'Italia al Meazza, dove sono attesi più di 50 mila tifosi: zero ko in 52 partite, le uniche due sconfitte a Milano risalgono al 1911 e al 1925 (tutte e due contro l'Ungheria) quando non si giocava a San Siro. E poi l'ex juventino ha uno stimolo in più: dopo aver centrato quattro vittorie di fila da quando siede sulla panchina della Nazionale, domenica va a caccia del quinto successo per eguagliare Sacchi, Fabbri e Bearzot. Gente che ha lasciato il segno in azzurro. Cosa che sogna di fare pure Conte.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 14 Novembre 2014, 10:44

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