Inter, squadra a rapporto e la società sta con Inzaghi. Da Beppe Marotta a Piero Ausilio, da Javier Zanetti a Dario Baccin, ieri mattina con il nocchiero piacentino si è schierata tutta la dirigenza di viale della Liberazione, a sostenere tecnico e giocatori e a ribadire la fiducia del management nel progetto, a dispetto di derby perso e prima crisi aperta. Con il Milan di Pioli e Leao, è arrivato il secondo ko in 8 giorni, dopo la Lazio e il 3-1 dell’Olimpico, per due sconfitte su 2 contro una diretta concorrente per lo scudetto e per il secondo semaforo rosso nei primi 5 turni di serie A, come è capitato solo altre 3 volte dalle parti di Appiano negli ultimi 20 anni. Ma preoccupante è anche il numero di reti incassate: 6 (3 a match) tra biancocelesti e rossoneri, 8 nelle prime 5 giornate di campionato, come è successo una sola volta negli ultimi 10 anni di Inter, a cui aggiungere anche le 10 subite nei 5 test-match di pre-season ad inquadrare meglio il problema. E, non a caso, oggetto di discussione anche nella ramanzina di Simone Inzaghi alla squadra prima dell’allenamento di ieri (consueto defaticante per i titolari contro il Milan, seduta più intensa per il resto del gruppo) alla Pinetina, unitamente ai concetti di fame, motivazioni e personalità, latitanti nel derby e scivolati più volte nel discorso del tecnico a pungolare i suoi.
Con il Bayern alle porte, urge invertire tendenza e fare tesoro delle sconfitte, «soprattutto dopo un derby del genere -ha sottolineato Matteo Darmian a Sportmediaset- perché quando si perde bisogna metterci la faccia.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 5 Settembre 2022, 06:00
© RIPRODUZIONE RISERVATA