Inter-Milan, chef Cristiano Tomei "cucina" il derby": «Ecco i miei piatti per ogni giocatore»

Cucina raffinata, piatti preparati con cura e amore lo stesso che lo Chef Cristiano Tomei ha quando parla della sua Inter

Inter-Milan, chef Cristiano Tomei "cucina" il derby": «Ecco i miei piatti per ogni giocatore»

di Luca Uccello

Dall'Imbuto di Lucca alla Corteccia di Milano. Cucina raffinata, piatti preparati con cura e amore lo stesso che lo Chef Cristiano Tomei ha quando parla della sua Inter. La squadra del cuore. E domenica c'è il derby con il Milan. Sa che dovrà soffrire. Sa che non sarà per nulla semplice vincere. «Il Milan è come un animale ferito. Non bisogna fidarsi».

Un derby che Chef Tomei gioca con piacere, simpatia e competenza a tavola.

Ma come si arrivano a quel tavolo Milan e Inter? 

«Ci arrivano tutte e due abbastanza affamante. L’Inter rispetto al Milan ha vinto la Supercoppa. Ha qualche energia mentale in più. Il Milan in pochissime partite ha preso un sacco di gol. Forse si è rotto qualche ingranaggio che lo ha portato fino in fondo. Oggi forse sono venuti fuori i limiti di questa squadra».

Lo Chef in brigata è un po' il presidente ma anche l'allenatore della squadra di calcio. A volte il capitano. Ma più di tutto forse lo chef è più un allenatore.

«Dobbiamo capire psicologicamente chi abbiamo davanti, bisogna rincuorarli nei momenti difficili. Bisogna essere comprensivi e avere la forza e l’energia di non fermarsi mai».

E Chef Tomei come si comporterebbe con Skriniar che ha scelto di andare via dalla sua brigata?
«Io non lo farei più giocare. A me piacciono le persone sincere e lui non lo è stato… Quindi lo manderei a lavare i piatti!». Ecco ora siamo pronti a entrare in campo, pardon a tavola. «L’anno scorso l'Inter si è mangiata lo scudetto, a Riad l'Inter ha mangiato il Milan in un sol boccone, ora questo invece sarà un derby a cottura molto lenta… Temo che soffrirò tantissimo».

Che tipo di cena ci prepara per il derby?
«Il derby è una cena con sapori fortissimi, come dico io: “Con un’alta densità di sapore per tutti i novanta minuti”. Una cena con tante cose che sfilano sul tavolo, tutte molto saporite, non aggressive. E naturalmente in un derby c’è il dolce e c’è l’amaro. Ci sono tutte le sensazioni». 

Iniziamo dal vino. Per l’Inter?
«L’Inter è una squadra dalle grandi emozioni, dalle sensazioni forti. Direi un Pinot Nero. I Pinot neri fatti bene sono taglienti. Il Milan invece è un Cabernet, un vino internazionale…».

Cominciamo con le due portate: Onana e Tatarusanu…
«Onana è un fritto misto di pesce.

Il fritto misto quello vero, quello di paranza che non è mai uguale nel piatto. Bisogna sempre un po’ tararlo e lui tra i pali è lo stesso. Tatarusanu? È una scaloppina al limone (ride, ndr)».

A centrocampo i piatti forti sono Barella e Tonali…
«Tonali è un giocatore che ha eleganza e sostanza. Se vogliamo abbinarlo a un piatto milanese direi: il grande risotto alla milanese. Il piacere del gusto totalizzante: il risotto con lo zafferano e il midollo è un grandissimo piatto come lui è un grandissimo giocatore». 

E Nicolò Barella?
«E Nicolò è l’essenza del calcio: in un colpo solo unisce la grinta, la capacità di essere sempre a disposizione della squadra e poi la classe. Ha dei due bei piedini. E poi ci mette sempre la faccia. Lui per me è una bella bistecca alla Fiorentina. Si cuoce solo in un modo sul legno d’oliva. Lui è così come lo vedi: unico…»

Andiamo all’attacco con Lautaro Martinez e Rafael Leao Lautaro
«In Portogallo si fa il baccalà in 365 modi. Uno per ogni giorno dell’anno. Lui è un baccalà, ovviamente sotto sale. È un giocatore bravissimo che sta attraversando un momento no. Speriamo che continui fino a lunedì. Lautaro? Anche lui è croce e delizia dell'Inter. Lo vedo come un tortellino all bolognese in brodo. Il tortellino è un piatto di un’eleganza unica, difficilissimo da fare bene. Un piatto che può scatenare fantasie e Lautaro è un giocatore così. Può scatenarci qualsiasi cosa…».

Arriviamo a Inzaghi e Pioli…
«Stefano Pioli potrebbe essere un semplice raviolo ricotta e spinaci o con le erbette selvatiche. Funziona sempre. Quando gli ingredienti sono belli amalgamati è un piatto imbattibile, importante. Se usi invece ingredienti scarsi crolla tutto». 

E Inzaghi? 
«Simone ci mette un sacco di energia in quello che fa. Basta pensare a come si muove in campo. Però a volte eccede con la smania di voler cambiare. Direi che potrebbe essere una cosa che apparentemente è semplice ma invece è complicatissima da fare: uno spaghetto aglio, olio e pepperoncino. Quando è buono è la cosa più buona che in cucina forse si può fare. Ma quando lo sbagli è drammatico. La storia dell’Inter di Inzaghi insomma…».

Chi beve l’amaro?
«Non lo dirò mai, nemmeno se mi offrite voi una cena…».


Ultimo aggiornamento: Sabato 11 Febbraio 2023, 11:05

© RIPRODUZIONE RISERVATA