Rinascita Inter, così Mancini ha rimesso
in sesto i suoi: "Dobbiamo lavorare ancora"

Rinascita Inter, così Mancini ha rimesso ​in sesto i suoi: "Dobbiamo lavorare ancora"

di Alessio Agnelli
MILANO - Guarin-Shaqiri-Brozovic e il rombo in mediana: ecco la nuova Inter, tutta qualità e sostanza, di Roberto Mancini. Il cartello appeso ad Appiano è sempre da “work in progress”, perché «qualche passo in avanti c'è stato nell'ultimo periodo, anche se è ancora presto per dire se siamo ripartiti», ma da Bergamo è tornata un'Inter più consapevole dei propri mezzi e della propria identità.



Contro l'11 di Colantuono è arrivata, infatti, la seconda vittoria consecutiva in campionato, primo mini-ciclo per il Mancio dal suo ritorno in nerazzurro, con un bilancio di 7 reti fatte e una sola subita tra Atalanta e Palermo, a conferma che «qualcosa forse è cambiato nell'atteggiamento della squadra - l'ammissione del tecnico a margine della vittoria della Primavera al Viareggio -. Anche quando abbiamo perso tre partite avevamo fatto dei progressi, ora però ci sono anche i risultati. Certo, servirà ancora del tempo e tanto lavoro». Ma la rotta intrapresa sembra finalmente quella giusta.



Dal punto di vista tattico, fondamentale infatti il passaggio, dopo 3 mesi di esperimenti tentati (dal 4-5-1 del derby d'esordio, al 4-2-3-1 e al 4-3-3) e falliti, al centrocampo a rombo, marchio di fabbrica della prima Inter scudettata di Mancini e reso possibile da un Guarin in versione tuttocampista e dai nuovi arrivi Shaqiri e Brozovic, trequartista d'eccezione il primo, fine tessitore di gioco, ma anche rude nei contrasti, il secondo. Con il Mancio, infatti, il Guaro ha fatto 12 su 12 (partite, sostituito solo una volta) in campionato e, nelle ultime due giornate, è letteralmente esploso, mettendo il piede, tra gol (3), assist (3) e rigori procurati (1), in tutte e 7 le reti di Ranocchia e compagni.



Mancini ha, infatti, insistito con il Guaro, ai margini con Mazzarri, e l'operazione-rilancio sta incominciando a dare i suoi frutti. Ma non solo. In mediana fondamentale anche l'apporto garantito da Marcelo Brozovic, veloce di piede e di testa e capace di abbinare tecnica ed aggressività nei contrasti. E sulla trequarti il contributo di Xherdan Shaqiri, devastante nel suo moto perpetuo tra le linee. A finire nell'ombra il povero Mateo Kovacic che ha perso il posto da titolare. Così come Dodò, uno dei fedelissimi mazzarriani, oscurato da Santon. Così il Mancio si è ripreso l'Inter.
Ultimo aggiornamento: Martedì 17 Febbraio 2015, 10:37

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