Lazio, Immobile da oscar: festa a tema Grande Gatsby per i suoi 30 anni
di Emiliano Bernardini
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E’ l’uomo del momento. Nessun dubbio. Quel momento atteso, inseguito e fortemente voluto è arrivato. L’Italia del calcio volge finalmente lo sguardo verso quell’attaccante da sempre snobbato. Ora che sta andando oltre ogni previsione, invece, fa notizia. Lo stesso ct dell’Italia, Roberto Mancini si è dovuto ricredere. Già, ma che fatica. Impegno e dedizione, decisamente tutt’altra storia rispetto al modo di affrontare la vita di Jay Gatsby. Ciro è glamour ma non come meriterebbe. Altri ricevono sicuramente maggiori attenzioni e carezze. Lui, no. Ha sempre avuto bisogno di andare oltre l’ordinario. «All’estero ha fallito», «In Europa non incide», «Non ha grande tecnica», «E’ un attaccante atipico» i leit motiv che da sempre lo accompagnano. C’è un insegnamento nel Grande Gatsby che forse ben si sposa con lui e che dice: «Non importa se ieri ci è sfuggito il futuro orgiastico, nel senso di esaltazione sfrenata: domani correremo più forte». Ciro lo ha fatto. E’ maturato e ora è diventato sordo a certe provocazioni. «Ho scelto me tanto non capirà nessuno» verrebbe da dire citando Rocco Hunt, il suo cantante preferito. D’altronde segna più di tutti in Italia e in Europa. Ventisei gol in 24 partite non sono certo cose da tutti. Re della classifica marcatori della serie A e pronto ad infilarsi la Scarpa d’Oro dei grandi bomber d’Europa. Il futuro? A tranquillizzare i laziali ci pensa il suo procuratore Marco Sommella: «Se lo godranno ancora per tanto tempo». Trent’anni ora punta i trenta gol, gliene mancano solo 3. Domenica contro il Genoa proverà la scalata. Quando vede rossoblù si accende: 9 centri in 10 gare.
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Ad accoglierlo il solito ambiente molto caldo, da quelle parte non hanno molto amore per lui. A spingere Ciro verso una nuova impresa ci sarà la gente laziale. I tifosi laziali che hanno già esaurito il settore ospiti (2.039 tagliandi) e che stanno acquistando biglietti di Gradinata Sud e di Distinti. L’Associazione club genoani però in una nota sostiene che società e Questura avrebbero fatto «una scelta assurda e provocatoria». La gara non è a rischio e la Questura stessa, valutando il comportamento esemplare dei 4 mila biancocelesti a Parma ha deciso di non porre limitazioni.
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 20 Febbraio 2020, 07:30
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