Vialli, Raducioiu come Dino Baggio: «Flebo rosa e pillole, non sappiamo cosa prendevamo», Brambati: «Micoren come fossero caramelle»

Dopo Dino Baggio, anche l'ex attaccante di Brescia e Milan, campione d'Italia nel '94, si dice preoccupato

Vialli, Raducioiu come Dino Baggio: «Flebo rosa e pillole, non sappiamo cosa prendevamo», Brambati: «Micoren come fossero caramelle»

Non solo Dino Baggio, dopo la morte di Gianluca Vialli anche altri ex calciatori si dicono preoccupati per i suoi colleghi. Dopo le dichiarazioni choc dell'ex centrocampista di Parma e Juventus su integratori, doping e terapie dei calciatori in passato, legate alla paura per la morte di Vialli, oggi hanno parlato anche Florin Raducioiu, ex attaccante romeno di Milan, Brescia e Verona, e Massimo Brambati ex Torino, Bari e Palermo.

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Vialli, Raducioiu choc: «Non sappiamo cosa prendevamo»

Raducioiu, che con il Milan ha vinto lo scudetto nel 1994, ai microfoni di Orange Sport ha espresso la sua preoccupazione: «Facevo flebo con un liquido rosa, e ammetto di aver preso anche delle medicine. Chiamerò il medico che ci seguiva a Brescia per capire di più e per sapere anche che medicine prendevo a Milano, Brescia o Verona - ha detto l'ex bomber romeno - Ci è sempre stato detto che si trattava di vitamine, di glucosio, ma non sapevamo cosa prendevamo. Facevamo flebo con questo liquido rosa, alla vigilia delle gare: a Milano invece prendevamo altre cose, tipo pillole. L'ho detto prima e dopo la morte di Gianluca Vialli: dobbiamo chiederci il motivo di queste morti premature».

Brambati: «Micoren come fossero caramelle»

Ma un altro ex calciatore adesso ha paura. L'ex difensore è intervenuto al Processo 7 Gold e ha dichiarato: «Ho paura anche io - ha detto -, ma vent’anni fa, quando parlai, mi arrivò una lettera della Figc che mi minacciava. Io, in una società di cui non faccio il nome, prendevo prima della partita il Micoren come fossero caramelle.

All’epoca non era proibito, dopo qualche anno è diventato proibitissimo. Prendevo anche l’Anemina, una sostanza non dopante, ma ne avvertivo l’effetto. Non sentivo la fatica, avevo i battiti accelerati e una maggiore prontezza di riflessi».

«Mi affido a Dio»

Dire no, spiega Brambati, era di fatto impossibile: «Avevo 20 anni e mi dicevano che facendo una flebo avrei avuto una performance migliore. C’erano allenatori che se non facevi la flebo, si arrabbiavano. Davano sostanze che all’epoca non erano però ritenute doping. Oggi quando sento determinate situazioni che accadono ai calciatori del mio periodo, mi affido a Dio».

Mancini va cauto

Il ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini, amico fraterno di Vialli ha commentato le parole di Dino Baggio, professando calma. Chiamato dai media a commentare le parole del collega, Mancini ha replicato: «Non ho idea, bisogna andarci con i piedi di piombo con queste dichiarazioni», tagliando corto su un caso scoppiato dopo la sofferta morte del suo amico Vialli.


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Marzo 2023, 00:43

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