Vialli e Mancini 40 anni insieme: i trofei alla Samp, il litigio (l'unico) in campo e l'abbraccio a Wembley che resterà immortale

Il ricordo del Ct della Nazionale, suo grande amico dai tempi della Samp

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di Valerio Salviani

Gianluca Vialli è morto. L'ex calciatore si è arreso al tumore, dopo aver lottato contro la malattia per cinque anni. L'ultima gioia sportiva l'ha avuta nel 2021, insieme all'amico di sempre Roberto Mancini, con il quale è salito sul tetto d'Europa. Il loro abbraccio dopo la vittoria ai rigori contro l'Inghilterra a Wembley, resterà immortale come la corsa di Tardelli a Spagna '82 o lo sguardo di Grosso prima di calciare il rigore decisivo ai Mondiali del 2006. Adesso Mancini piange, come tutti gli appassionati, per un amico che non c'è più.

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Il rapporto tra Vialli e Mancini

Il ct della Nazionale, tra i primi a volare a Londra quando le condizioni di Vialli sono diventate critiche, ha conosciuto Vialli nel 1984 a Genova. Gianluca era pieno di capelli ricci e arrivava alla Sampdoria dalla Cremonese. L'intesa tra i due in campo è scoppiata solo due anni dopo, grazie a un'intuizione di Boskov, che mise Vialli prima punta e Mancini poco più indietro. Insieme sono diventati i "Gemelli del gol", tra le coppie di italiani più forti che ci sono mai state in Serie A.

 

Hanno vinto 3 Coppa Italia, 1 scudetto e una Supercoppa, l'ultimo trofeo da giocatori vinto insieme. Ventinove anni dopo si sono ritrovati ad alzare insieme la coppa più importante, l'Europeo azzurro. In mezzo tante cene, telefonate, segreti sussurrati. Come quello del tumore. Quando Vialli provava a nascondere la malattia al mondo «ma a Roberto no». Mancini è stato tra i primi a saperlo. E non l'ha lasciato mai solo

L'unico litigio e l'amicizia fino alla fine

Sono rimasti lontani per anni, ma non si sono mai persi.

Amici per la vita. L'unico litigio, perché Mancini in campo l'aveva chiamato "Vialli" dopo un passaggio sbagliato. «Vialli? Ma come? Perché mi devi chiamare Vialli, cos’è, non ci conosciamo? Gli dissi: «Mancini, stai attento che ti do un cazzotto». E lui se l’è presa moltissimo. È un pochino permaloso», raccontava Gianluca al Corriere. Non si sono parlati per una settimana. Tutto poi si risolse con una risata.

Il loro legame era speciale, come raccontato da Mancini: «Il fatto che siamo ancora qua, e i sentimenti sono sempre gli stessi e non solo tra noi due, con il resto della squadra dei vecchi tempi, credo sia la cosa più bella e che possa essere d’esempio per molti ragazzi che iniziano oggi e che sperano di avere un futuro, non solo nel calcio, perché poi magari nella vita devi trovare amici che lo siano veramente, fino alla fine, per molti anni». E fino alla fine, amici lo sono stati davvero. 


Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Gennaio 2023, 16:27

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