Fonseca: «Negli scontri diretti sempre gli stessi arbitraggi»

Fonseca: «Negli scontri diretti sempre gli stessi arbitraggi»

di Stefano Carina

Doveva essere la serata per accorciare sul secondo posto. S'è trasformata in quella che vede la Roma scivolare per la prima volta in stagione fuori dalle prime quattro. Paradossalmente però, è quello che preoccupa meno. Il campionato è lungo, le distanze sono ridotte e la corsa alla prossima Champions presumibilmente si deciderà al fotofinish. Quello che lascia maggiormente perplessi, dopo il match con i rossoneri, è l'approccio alla gara. Gli expected gol (statistiche che rappresentano il potenziale offensivo prodotto da una squadra in una determinata partita o le occasioni da gol potenziali) lo riassumono in parte: 1.20-3.25, in gran parte maturato proprio nei 20 minuti iniziali. Poteva diventare una Caporetto, evitata soltanto per gli errori sotto porta di Ibrahimovic e compagni. Fonseca, forse per la prima volta dall'inizio della stagione, prende atto di questa difficoltà negli scontri diretti: «In queste gare manca sempre qualche dettaglio, non possiamo fuggire dai risultati. Non vinciamo con le grandi. La verità è questa, non possiamo negarla».

Anche perché i numeri sono lì a confermarlo: appena tre punti sui 24 disponibili, con 22 reti subite in 8 partite. L'analisi della partita dell'allenatore è lucida: «Siamo entrati male, il Milan ha creato tanto soprattutto sui nostri errori in fraseggio, abbiamo perso tanti palloni in uscita.

E loro potevano ripartire, in velocità. Lo sapevamo che loro avevano giocatori che portano bene la palla, non dovevamo fare questo tipo di errori. Purtroppo siamo stai passivi nei primi 20 minuti, dopo abbiamo riequilibrato il match, giocando il nostro calcio. Il rigore per il Milan? Non voglio parlare di arbitri, non cerco scuse. Potrei farlo, qualcosa non mi è piaciuto ma non voglio trovare scuse». Il riferimento è probabilmente al contatto Mkhitaryan-Hernandez che fatto gridare al rigore mentre l'arbitro Guida ha invece ravvisato un fallo dell'armeno. Ancora una volta il portoghese si contraddistingue per signorilità nel non cercare alibi. Anche se poi, ai microfoni di casa di Roma Tv e in conferenza stampa, qualcosa in più del suo malumore traspare: «Contro le grandi squadre c’è sempre lo stesso arbitro». Probabilmente Paulo intende arbitraggio. Poi rincara la dose: «Se vede da una parte perché non utilizza il Var anche per le altre situazioni dubbie?» Pillola finale sull'errore di Pau Lopez: «È chiaro che il nostro portiere è solo, senza pressione e sbaglia nel rinvio. Poi è difficile per Mancini fare di più, Rebic va a campo aperto. È merito dell'attaccante e demerito nostro. Purtroppo era il momento chiave della partita». 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 1 Marzo 2021, 07:30

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