Scandalo Fifa, la difesa di Blatter:
"Non possiamo controllare tutto"

Scandalo Fifa, la difesa di Blatter: "Non possiamo controllare tutto"

di Ernesto De Franceschi
MILANO - Uno scontro frontale e devastante. Il calcio mondiale spaccato in due. Da un lato chi ancora appoggia l’ex colonnello dell’esercito svizzero Sepp Blatter, anni 79, a capo della Fifa da 17, e chi invece lo ha scaricato puntando diritto sul suo sfidante oggi alle elezioni del governo mondiale del calcio a Zurigo, il principe giordano Ali Bin Al Hussein. «Io non posso e noi non possiamo controllare tutti in ogni momento», la difesa di Blatter ieri al congresso dopo la scandalo a base di corruzione e tangenti scoperto dall’Fbi e che ha portato a 7 arresti.





Sepp non ci pensa minimamente a un passo indietro. Michel Platini, presidente dell’Uefa e suo principale nemico, lo attacca pesantemente: «Io che amo la Fifa e che ammiro la storia della Fifa, sono veramente disgustato e non ne posso più, è davvero troppo. Gli ho detto che per il bene del calcio era bene se lasciava. Ora è tardi, mi ha risposto». L’ex juventino trova l’appoggio anche del premier della Gran Bretagna Cameron che chiede le dimissioni di Blatter appoggiando un’analoga richiesta della Football association inglese. La Russia è in prima fila e parla di manovre Usa, visto che il Mondiale 2018 sarà proprio russo. Duro il premier Putin: «Sappiamo delle pressioni esercitate su Blatter per vietare lo svolgimento del mondiale di calcio. Ma noi saremo sempre al suo fianco e condividiamo la sua posizione».



E’ iniziata la conta.
I sostenitori del principe giordano sono convinti di avere già 60 voti in mano, nonostante le dichiarazioni di voto pro-Blatter dell'Asia. Se dei 54 paesi europei almeno 45 confermassero quanto detto nella riunione, per Alì si prospetterebbe un'elezione al secondo turno con maggioranza assoluta sui 209 votanti, una volta superato il quorum dei due terzi. Per molti però è una previsione ottimistica. La Francia - proprio lei - ha già dichiarato il voto per Blatter, come la Spagna. L’Italia con Tavecchio ha detto di «seguire le indicazioni di Platini». Anche tra le altre confederazioni - l’asiatica e l’africana in testa - la conta dei voti è molto incerta. «Lo farò fallire io con la class action più grande della storia», il siluro di Mino Raiola, uno dei procuratori più noti nel mondo del calcio. Per Blatter l’aria che tira è pessima e gli sponsor storici della Fifa come Coca Cola e Visa già minacciano di lasciare.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 29 Maggio 2015, 08:04

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