Roma, Giuseppe Falcao: «Mio padre? Mai conosciuto, fugge ancora da me» ESCLUSIVA

Giuseppe Falcao: «Mio padre? Mai conosciuto, fugge ancora da me» ESCLUSIVA

di Marco Esposito

«Mio padre non mi ha mai voluto incontrare, io l’ho cercato più di una volta. Non ha mai risposto neanche a un sms. Non lo cercherò più, basta. Se vorrà farlo sarà lui a chiamarmi e in quel caso sarò pronto a prendere il primo volo per conoscerlo. Ma non sarò più io a fare il primo passo». Giuseppe Falcao parla con un po’ di malinconia e un po’ di rabbia del suo “non” rapporto con il padre, il “divino” Paulo Roberto FalcaoGiuseppe oggi ha 38 anni, è sposato, lavora ed è felice. Ma c’è una sorta di fantasma che lo insegue: la figura del suo famoso papà, l’ ottavo re di Roma, come lo chiamano da sempre i tifosi giallorossi. All’epoca – in pieni anni ‘80 – la notizia che Falcao avesse avuto un figlio da una ragazza romana - Flavia Frontoni - fece scalpore. Un po’ come accadde nel 1986 con Diego Jr, figlio di Cristiana Sinagra e di Diego Armando Maradona. Due storie diverse, ma neanche tanto. 

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L’ottavo re di Roma, il grande Falcao, è davvero un fantasma per lei?
«Mamma e Falcao sono stati fidanzati per qualche anno, fino a che avevo due anni papà la frequentava ancora, si vedevano, so che lui mi prendeva in braccio. Poi è sparito ed è diventato irraggiungibile».

Ed è iniziata una lunga battaglia per il suo riconoscimento.
«E’ andata avanti per anni. Alla fine è arrivato il riconoscimento. Per due volte mio padre ha rifiutato di fare il test del Dna. Siamo andati anche in Brasile per farglielo fare, ma lui ha presentato un certificato medico in cui si diceva che fosse agofobico, cioè che ha paura degli aghi. Ma alla fine è arrivato il riconoscimento».

Cosa è cambiato da quel momento?
«Praticamente nulla. Lui non ha mai contribuito nemmeno economicamente al mio mantenimento, neanche dopo il riconoscimento. È cambiato solo il mio cognome; a scuola non ero più Frontoni ma Falcao».

Com’è la vita da figlio di Falcao a Roma?
«Mio padre non è un figlio di questa città. Ma la gente di Roma non dimentica chi l’ha fatta felice, chi gli ha portato gioia. Quando scoprono chi sono, ma in molti lo intuiscono dalla somiglianza, sono sommerso da una valanga di affetto. Oltre Totti, sono solo due i giocatori che sono entrati così nel cuore dei romanisti, Falcao e Di Bartolomei».

Conosce Luca, il figlio di Agostino Di Bartolomei?
«No, ma mi piacerebbe incontrarlo».

Falcao ogni tanto viene a Roma, non c’è mai stato modo di conoscerlo?
«No. L’unica volta che l’ho visto dal vivo è stato in occasione di Roma-Real Madrid, alla festa per l’ingresso di Totti nella Hall of Fame. Io ero in tribuna, lui era in campo. Ma se ne è andato subito. Avevo fatto un post sulla mia pagina Facebook. Quel giorno avevo scritto: «Tante volte ho desiderato essere Totti, come ogni tifoso della Roma. Ma mai come martedì prossimo, anche per una sola stretta di mano, un sorriso, un “Ciao Giuseppe”...».

Cosa prova verso suo padre?
«Indifferenza. Il mio vero padre è Massimo, che sta insieme a mamma da 30 anni».

Lei si sente un po’ brasiliano come lui?
«Si. Ho avuto un ottimo rapporto con molti calciatori della Roma brasiliani, da Aldair a Cafù, ho conosciuto anche il povero Danilo alla festa scudetto 2001».

C’è una cosa che di questa sua storia l’amareggia in particolare?
«Che nessuno mi abbia mai aiutato a incontrare Paulo Roberto Falcao. Stanno tutti dalla sua parte, dalla parte di chi ha sbagliato».

Si sente ferito?
«No. Mi innervosisce il contorno. Una volta un quotidiano ha dedicato una pagina su mio padre, una delle tante; c’era un box sulla sua vita privata e c’era scritto che aveva un solo figlio, quello brasiliano. Mi avevano praticamente cancellato». 

E’ una cosa fastidiosa.
«È come se fossero tutti con il carnefice. Io non ho alcuna colpa, sono nato e basta. Ho cercato tante volte mio padre, è lui che non mi ha mai voluto conoscere. Ma è come se tutti fossero schierati dalla sua parte. A volte è davvero dura».

Ha rapporti con gli ex compagni di suo padre? 
«Pochissimi. Ho un buon rapporto con Conti e con mister Ancelotti. E sono amico del figlio di Liedholm».

Diego Maradona Junior invece ha avuto la fortuna di incontrare suo padre dopo anni e di iniziare un bel rapporto con lui.
«Io e Diego jr siamo amici. Abbiamo parlato tante volte. Quando finalmente ha incontrato Maradona, mi ha scritto un bellissimo messaggio: “Sei l’unica persona al mondo che può realmente capire quello che sto provando”. Bellissimo».

Se diventasse padre come chiarebbe suo figlio? 
«Pietro, come mio nonno»


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Novembre 2021, 21:07

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