Europei di calcio, Roma rischia di perdere le sue partite. La Turchia tenta lo sgambetto

Europei di calcio, Roma rischia di perdere le sue partite. La Turchia tenta lo sgambetto

di Piergiorgio Bruni

Ancora sette giorni. Il destino italiano degli Europei di calcio è appeso a un filo. Sottilissimo. Entro lunedì prossimo, infatti, come da richiesta della Uefa, il nostro Governo dovrà dare il placet definitivo sulla presenza di pubblico allo stadio Olimpico per le 4 gare in programma. Quella che appariva come una formalità, col passare del tempo è diventata una sfida. Anche titanica. Il requisito minimo richiesto da Nyon sembrava facilmente raggiungibile: il 25% della capienza dell’impianto. Ovvero, circa 18mila spettatori.

Qualcuno, però, aveva fatto male i conti pensando che l’establishment del pallone, in questa circostanza, potesse andare a braccetto con quello istituzionale. Sbagliando. Perché la situazione, purtroppo, è abbastanza ingarbugliata e ha assunto i connotati di una contesa tra più anime: la Figc, la Uefa, palazzo Chigi e il Comitato Tecnico Scientifico. Come ogni cosa che ormai riguarda il nostro Paese, dalle aperture delle attività commerciali a quelle dei ristoranti, tutto dipende dal CTS.

La Federcalcio, pressata dall’entourage di Ceferin, non può far altro che rimandare la decisione definitiva al Governo italiano. Quest’ultimo, tuttavia, pur comprendendo la situazione, non può far altro che consultare i propri tecnici. E loro, ovviamente, non sanno come sarà la cosiddetta evoluzione pandemica del Covid-19 tra 2 mesi.

Mettendo a rischio, pertanto, la possibilità di disputare a stadio parzialmente aperto sia i match della Nazionale di Mancini nel girone A, compresa la partita inaugurale del torneo, sia il quarto di finale previsto il 3 luglio.

Gabriele Gravina, numero 1 della Figc, nel tentativo di smuovere ulteriormente le acque, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Draghi con la richiesta di «adoperarsi per confermare l’assegnazione dell’evento inaugurale» (Italia-Turchia, l’11 giugno) e «delle successive gare previste nel nostro Paese». Il mondo dello sport, stavolta unito, predica cautela e fa trapelare ottimismo. Come emerge dalle parole del Sottosegretario Valentina Vezzali: «Mi adopererò con tutta me stessa affinché possa essere dato il via libera. Ci stiamo lavorando».

Nel frattempo, però, il Ministro della Salute Roberto Speranza prende tempo, nel tentativo di arrivare con una vigile attesa fino ai primi di maggio, quando il trend epidemiologico nostrano (forse) sarà più chiaro. E le eventuali responsabilità minori. Alla fine, come sempre, la decisione sarà politica ma a Nyon già stanno valutando un piano B, in caso non arrivi l’agognato via libera.

E si parla di Istanbul come probabile alternativa, con la Turchia disponibilissima a sgambettare l’Italia e a prendersi l’intero malloppo.  


Ultimo aggiornamento: Martedì 13 Aprile 2021, 10:07

© RIPRODUZIONE RISERVATA