Destro, la Roma contro tutti: "Inaccettabile,
regole cambiate e processi mediatici"

Destro, la Roma contro tutti: "Inaccettabile, ​regole cambiate e processi mediatici"

di Francesco Balzani
ROMA – Un marted nero, anzi nerissimo per la Roma. Mentre sulla capitale splendeva un sole estivo, infatti, su Trigoria si scatenato un'autentica bufera. Destro sar squalificato per 4 turni, manca solo l'ufficialit”, sospiravano increduli i dirigenti sin dalle prime ore del mattino.





La decisione in realtà era stata già presa dal giudice sportivo Tosel nella notte ed è stata annunciata poco prima di pranzo tramite un comunicato in cui si cita anche la presenza di due e-mail in cui l'arbitro Massa ammetteva di aver sanzionato col fallo la spinta di Destro ad Astori, ma di «non aver visto la successiva manata del giocatore giallorosso a quello del Cagliari».



L'ammissione ha permesso a Tosel di avvalersi della prova tv: «Si ritiene che il gesto compiuto da Destro integri gli estremi della condotta violenta non vista dall'arbitro, e che lo stesso giocatore sia da sanzionare con 3 giornate di squalifica (che si aggiungono a quella per il giallo preso sotto diffida, ndr)».



Durissima la reazione della Roma che ha messo da parte il “low profile”. «Siamo sconcertati e anche piuttosto preoccupati della deriva che sta prendendo la giustizia sportiva – ha detto Baldissoni - Avevamo già avuto modo di commentare un episodio simile che riguardava De Rossi, ma ora il tema è più grave. L'episodio è stato addirittura sanzionato dall'arbitro.



Per qualcuno in maniera sbagliata, ma siamo fuori dai presupposti per la prova tv. Non si può tornare su una decisione dell'arbitro perché si ritiene che abbia visto male. Così si apre il fronte per l'introduzione della moviola e non mi sembra che sia ammessa. Inizia a darci fastidio la sensazione di essere dietro la lavagna da soli quando veniamo puniti per situazioni che potrebbero riguardare mille episodi di altre squadre. Abbiamo presentato un reclamo d'urgenza, andremo fino in fondo».



Il dg se l’è presa anche con le tv: «La Procura Federale spesso si attiva a seguito del clamore mediatico di un episodio. Chi stabilisce quale episodio merita un replay o un dibattito televisivo? È un sistema pericoloso ed è inaccettabile che alimenta sospetti sui conflitti di interesse». Parole applaudite dai tifosi giallorossi che si sono ribellati su radio e social network minacciando disdette alle pay tv e proponendo nuove manifestazioni di protesta. Il ricorso, presentato ieri alla Corte Federale, contrariamente a quanto avvenuto in passato, però stavolta potrebbe essere accolto anche per non creare un pericoloso precedente.

La squalifica del capocannoniere giallorosso in piena corsa per il Mondiale, non è stata l’unica notizia negativa. Poco prima del comunicato del giudice sportivo, infatti, era arrivato quello sulle condizioni di Benatia: «Gli esami strumentali hanno evidenziato la presenza di una lesione di grado uno/due del retto femorale sinistro. Probabile un mese di stop». Benatia così come Destro (ricorso permettendo) salterà Atalanta, Fiorentina, Milan e Catania per provare a tornare con la Juve alla penultima.



SE L'ARBITRO VIENE SCONFESSATO (di Romolo Buffoni) Abete prende tempo: «È opportuno attendere l’esito del ricorso alla Corte di giustizia federale per avere un quadro più organico della situazione». Anche il presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio fa fatica a capire da che parte stia rotolando il pallone. Lui stesso ricorda: «Recentemente una fattispecie è stata diversamente valutata in primo e secondo grado», riferendosi alle 3 giornate inflitte e poi tolte a Frey del Chievo per un calcio dato al milanista Balotelli.

In realtà in Italia sono saltate le regole. Quelle del calcio sono solo 17 e, seppur integrate e modificate nel tempo, conservano l’integrità di questo gioco e ne custodiscono il segreto del successo mondiale ultracentenario. Una delle “regolette”, la numero 5, è dedicata all’arbitro e ne consacra la discrezionalità, sempre salvaguardata anche nelle ipotesi d’introduzione della tecnologia ovvero dell’occhio di falco per i gol fantasma e della moviola in campo (sempre sua l’ultima parola). Il caso-Destro, invece, vede un grande sconfitto: il signor Massa di Imperia, arbitro di Cagliari-Roma. A lui è stata tolta la discrezionalità e da lui è stata pretesa l’infallibilità: da ieri l’arbitro quando sbaglierà (come il calciatore sbaglia un gol, ricordate la filastrocca?) sarà corretto dalla tv.

Infatti un conto è usare la prova televisiva per decidere su episodi che il direttore di gara è impossibilitato a vedere e valutare e un conto è intrufolarsi nel fotogramma mancante di un’azione seguita e giudicata. Il giudice Tosel, su richiesta della Procura Figc, ha voluto togliere il moscerino dall’occhio di Massa il quale, ovviamente, ha dichiarato di non aver visto la manata di Destro (poteva fare altrimenti e sperare di continuare ad arbitrare?) ma di aver fischiato la spinta precedente (punizione per il Cagliari) e la reazione successiva (ammonizione ad Astori): due terzi di azione dunque.

Questo al massimo si avvicina all’errore tecnico, non alla moviola in campo. Col replay il Cagliari avrebbe avuto giustizia: rosso a Destro (mattatore del match con tre gol) e niente giallo ad Astori. Per raddrizzare questo papocchio bisognerebbe ripetere la gara. Ma è strano che, dopo la pantomima di Rizzoli del rigore dato e tolto in 5’ al Sassuolo, ci sia ancora la Roma di mezzo. Come se il destino voglia smontare la voglia di moviola in campo accanendosi sulla Capitale. Quasi che il treno del cambiamento sbuffi per partire dalla stazione Termini, o dagli immediati dintorni.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 9 Aprile 2014, 10:35

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