Coronavirus e calcio, otto club di A contrari alla ripresa. Spadafora: «Il campionato ripartirà solo senza rischi»

Coronavirus e calcio, otto club di A contrari alla ripresa. Spadafora: «Il campionato ripartirà solo senza rischi»
Da un lato la politica, che vorrebbe andarci cauta. Dall'altra i club di serie A, che in maggioranza chiedono di ripartire al più presto con il campionato. Alla vigilia dell'assemblea di Lega, torna ad infiammarsi il dibattito sull'opportunità di una ripresa del calcio durante l'emergenza coronavirus.

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Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, ha detto al Tg2 Post:
«Al momento non posso dare per certa né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio, né quella del campionato. Lo sport non è solo il calcio e non è solo la serie A. Mercoledì incontrerò la Figc che presenterà il protocollo per gli allenamenti: valuteremo insieme il calcio è pronto ad una ripartenza, ma riprendere gli allenamenti non vuol dire riprendere il campionato». Un'opinione simile è quella di Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute: «Da medico e da Viceministro della Salute sostengo che le regole per l'attività all'aperto dovranno essere ancora le stesse per alcune settimane e poi con l'avvio della fase 2 mi auguro possano essere modificate, ma solo se i dati ci consentiranno di farlo.
Pertanto gli stadi non potranno riaprire, il rischio tra i giocatori anche per partite a porte chiuse resterebbe troppo alto».
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Intanto, però, si rischia una spaccatura nella Lega di serie A. La maggioranza dei club vorrebbe ripartire quanto prima, ma otto squadre su 20 si sono dette contrarie. Secondo la Gazzetta dello Sport, tra questi otto club ci sarebbero Spal, Brescia, Torino, Sampdoria, Udinese, Genoa e Cagliari. Le società calcistiche in posizione minoritaria hanno inoltrato delle domande alla Figc. Una di queste è rivelata dall'AdnKronos:
«Quali effetti giuridici potrebbero subire i singoli calciatori o i club? L'assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione della competizione, pur in presenza di un rischio incalcolabile». Gli altri due quesiti, invece, riguarderebbero situazioni future (contratti in scadenza il 30 giugno e scadenza dei termini per i prestiti con diritto o obbligo di riscatto).
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Aprile 2020, 22:14

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