Cordoba: «Io, cuore nerazzurro, sogno di tornare all'Inter da dirigente»

Cordoba: «Io, cuore nerazzurro, sogno di tornare all'Inter da dirigente»

di Luca Uccello

L’Inter gli è rimasta dentro, nel profondo. Nel cuore, nel sangue. Con l’Inter Ivan Ramiro Cordoba ha vinto tanto, tutto. E all’Inter un giorno vorrebbe magari tornare da dirigente. Intanto si “allena” a farlo a Venezia. E tra un viaggio di andata e ritorno da Milano ha deciso di “sfidare” l’eterno amico Javier Zanetti anche in cucina, con il suo Mitù.
Cosa dice l’ex capitano nerazzurro del suo ristorante?
«Che sembra di essere nella mia Colombia…»
Ivan cosa le è rimasto dell’Inter nel sangue?
«Mi è rimasto tutto. Sono stati 15 anni unici. È il periodo più lungo in cui sono stato in una squadra. Anche se ci metto le giovanili con il Deportivo Rio Negro. Posso essere al Venezia o da altre parte ma l’Inter è sempre l’Inter».
Perché oggi non è un dirigente dell’Inter?
«In tanti si stupiscono perché io sia a Venezia e non all’Inter. Io no. Io mi sto ancora formando come dirigente. Se un domani dovessi arrivare all’Inter, vorrei essere preparato. Ho fatto il corso da direttore sportivo, ho fatto il corso da allenatore, ho fatto un master alla Bocconi. Per adesso mi piace quello che sto facendo. Ci sto mettendo l’anima».
Ora sarebbe pronto per l’Inter?
«Prima devo finire il mio percorso. La mia mentalità non è mai cambiata: prima di tornare mi voglio sentire pronto…».
Chi le assomiglia di più dei quattro di oggi?
«Dico Skriniar per l’aggressività, per quella voglia di andare a prendere il pallone. Finché non prende il pallone non è contento. È una vocazione. Come l’attaccante muore per far gol, lui muore per recuperare il pallone. Anch’io ero così».
Se avesse la bacchetta magica chi porterebbe a difendere l’Inter?
«Dico Jhon Lucumí e non perché sia colombiano. Lo seguo da quando giocava nel Calì e con la maglia della Colombia Under 17. Lo seguo anche oggi che gioca nel Bologna. È forte fisicamente, è mancino. Può fare il terzino o il centrale, può giocare a tre come a quattro».
Più difficile marcare Dzeko o Lukaku?
«Lukaku è più esplosivo, forte fisicamente, si muove di più. Dzeko è un giocatore diverso, ti dà un riferimento. Io preferivo marcare uno come Ibra che Ronaldo».
Lautaro Martinez può diventare il nuovo Milito?
«Può riuscirci.

Ha tutto per fare la storia dell’Inter».


Ultimo aggiornamento: Martedì 29 Novembre 2022, 20:16

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