Champions, un tempo regine, oggi outsider: Milano ci riprova (e Ibra guarda)

Champions, un tempo regine, oggi outsider: Milano ci riprova (e Ibra guarda)

di Andrea Sorrentino

Per un calciatore, giocare dentro Anfield è come vedere Roma per un viaggiatore, sempre che non si abbia la fortuna di esserci nati: almeno una volta nella vita devi farlo, sennò ti sei perso il meglio. E sfilare sotto la targa con su scritto “This is Anfield”, prima di entrare in campo, è una stazione obbligata dell’anima, tipo lanciare la monetina a Fontana di Trevi. Emozioni che finalmente il vecchio Milan proverà stasera. E’ di scena nel tempio di Liverpool per la prima volta nella sua storia, in un assai difficile esordio in Champions dopo sette anni di assenza. Liverpool e Milan, 13 Coppe dei Campioni insieme, non si sono mai sfidate nella loro epopea internazionale, a parte due finali in campo neutro nel 2005 e 2007, indimenticabili e avviluppate in sortilegi incrociati: nella prima il Milan poteva vincere anche 5-0 e invece perse ai rigori, dopo l’epica rimonta Reds da 0-3 a 3-3, nella seconda il Liverpool dominò ma vinse il Milan 2-0, doppietta di Pippo Inzaghi a Pepe Reina (il primo gol di orecchio, deviando per caso una punizione di Pirlo), perché così doveva andare. E’ questo dunque il primo Liverpool-Milan sotto la mitologica curva Kop, capace a volte di spingere il pallone in rete col suo solo karma, possiamo testimoniare di averlo visto accadere. Stefano Pioli è alla sua prima in Champions, un battesimo dell’aria contro Mané e Salah, e contro Van Dijk tornato a presidiare la difesa dopo quasi un anno di devastante assenza: “Ma vogliamo scrivere la storia”, dice Pioli, anche se dalla quarta fascia è capitato nel girone peggiore con Atletico Madrid e Porto, è vaso di coccio. 
ASSENZE
Mancherà Ibrahimovic (tanto a Anfield è già stato tre volte), che dopo i furori espressi contro la Lazio si ferma puntualmente, infiammazione al tendine: il mito del quarantenne indistruttibile è del resto incrinato da tempo, resiste solo per le simpatiche smargiassate di Zlatan, ma al Milan sanno, anche se non possono dirlo, che pure quest’anno lo avranno al massimo per metà stagione, se andrà bene.

Nemmeno Tonali è dato in buone condizioni. E’ una partenza complicata per il calcio milanese, a cui una volta affidavamo il prestigio internazionale: le ultime tre Champions le hanno vinte Milan (2003 e 2007) e Inter (2010). Erano gli anni formidabili di Mourinho e prima del Milan di Carlo Ancelotti, che stasera piomba nel suo amato San Siro alla guida del Real Madrid contro l’Inter, sua squadra del cuore da bambino. I blancos hanno sculacciato due volte i nerazzurri lo scorso anno, ma gli allenatori erano Zidane e Conte. A Dzeko il compito di scardinare una difesa che ha perso Ramos e Varane ma ha acquisito Alaba, e Ancelotti davanti avrà la velocità di Vinicius, il meraviglioso Benzema, in mezzo quel gran genio di Modric. Servirà una grande difesa di squadra dell’Inter, nella prima enorme sfida nella carriera di Simone Inzaghi allenatore. Una di quelle partite che già indirizzano gli umori di una stagione.


Ultimo aggiornamento: Giovedì 16 Settembre 2021, 12:00

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