Candreva: “La Lazio mi ha ceduto per fare
cassa, finì tutto per la fascia da capitano”

Candreva: “La Lazio mi ha ceduto per fare cassa, finì tutto per la fascia da capitano”

di Enrico Sarzanini
Era tutto vero. E' stata proprio la fascia di capitano consegnata a Biglia a convincere Candreva a lasciare la Lazio per andare all'Inter. A confermarlo è il diretto interessato che, su RadioSei nella trasmissione di Guido De Angelis, ha raccontato: «Ci tenevo molto a quella fascia, ma alla fine fu data a Biglia senza che mi fosse data una spiegazione ha esordito -. Ci rimasi molto male, non sono riuscito a spiegarmi questa decisione, ma può darsi anche che non fosse una scelta presa dal mister ma di qualcun altro e lui si è preso tutta la responsabilità».

Una decisione che gli fu comunicata dall'allora allenatore, Pioli: «Mi disse che sarei stato il vice. Tornai nella mia camera e ci ragionai un po' poi lo chiamai per dirgli che, se non potevo essere il capitano, non sarei stato pronto neanche per fare il vice. Da quel momento la mia storia alla Lazio è cambiata, avevo perso qualcosa a livello inconscio e non ero più lo stesso». Le tante offerte fino a quel momento respinte con decisione da Lotito, infatti, iniziarono ad essere prese in esame: «Fino all'anno scorso ero incedibile e le varie proposte non erano state mai prese in considerazione mentre da quest'anno è tutto cambiato. Forse la Lazio voleva fare cassa. Dal canto mio avrei voluto diventare un punto di riferimento, ma non mi è stato permesso».

Amarezza, delusione ma comunque gratitudine per una società che lo ha lanciato nel calcio che conta: «Non parlerò mai male della società: devo a loro tutto il mio successo». Poi ripercorre le tappe della sua storia in biancoceleste: «Arrivai all'ultimo giorno di mercato a gennaio 2012 e fui contestato. Poi grazie ai compagni e soprattutto a Reja, al quale sono rimasto molto legato, mi sono fatto spazio fino a diventare un punti fermo». La svolta arriva quattro mesi dopo, il 7 aprile, quando all'Olimpico contro il Napoli segnò la sua prima rete con la Lazio: «Corsi subito sotto la Curva. Ho sentito la fiducia della gente e già nelle partite successive mi sentivo molto più parte della Lazio. Il riscatto dall'Udinese mi fece capire quanto la società credesse in me». La gara più importante? Manco a dirlo: «Il 26 maggio, finale di Coppa Italia contro la Roma, una vittoria storica». Una partita che è già passato, perché il presente si chiama Inter: «Sogno un grande futuro».
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Settembre 2016, 09:00

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