Calcioscommesse, il calciatore Izzo condannato a 5 anni: frode sportiva e concorso esterno in camorra

La sentenza a Napoli: i fatti risalgono a quando militava nell'Avellino, in serie B, per una gara del campionato 2013-2014

Calcioscommesse, il calciatore Izzo condannato a 5 anni: frode sportiva e concorso esterno in camorra

di Redazione Web

Il difensore del Monza Armando Izzo, coinvolto in un caso di calcioscommesse e criminalità organizzata, è stato condannato a cinque anni di reclusione dalla VI sezione penale del Tribunale di Napoli per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva.

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Izzo condannato a 5 anni

Il pm di Napoli Maurizio De Marco, nel corso della sua requisitoria, aveva chiesto per il calciatore napoletano 4 anni e 10 mesi. Condannati anche il cugino di Izzo, Umberto Accurso, (capo del clan della Vinella Grassi di Secondigliano, e Salvatore Russo, ritenuto legato allo stesso clan, entrambi a un anno e mezzo. I fatti per i quali il giocatore napoletano è stato condannato risalgono a quando militava nell'Avellino, in serie B, per una gara del campionato 2013-2014.

La partita 'incriminata'

La partita al centro della vicenda giudiziaria è Modena-Avellino, disputata il 17 maggio del 2014. Per il sostituto procuratore Maurizio De Marco, i fratelli Antonio e Umberto Accurso (vertici del clan Vanella Grassi), prima utilizzando come intermediario Salvatore Russo, e poi direttamente, avrebbero promesso e poi fatto avere un'ingente somma di denaro, 30mila euro, al giocatore Francesco Millesi, consegnata dal collega Luca Pini, per corrompere altri calciatori.

Secondo la Procura, Millesi avrebbe così esercitato la sua influenza su altri giocatori dell'Avellino per favorire la rete del Modena: questo era l' accordo. Antonio Accurso, sempre secondo gli inquirenti, per conto del clan scommise ben 400mila euro sulla rete realizzata dalla squadra che giocava in casa (il Modena), guadagnandone 60mila.

Armando Izzo, infine, avrebbe accettato, a sua volta, la promessa di una somma di denaro, scrive il pm nei capi d'accusa «quale compenso al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione predetta».

L'accordo illecito, secondo quanto emerso dalle indagini, venne stipulato il 14 maggio 2014, tre giorni prima dell'incontro Modena-Avellino. Izzo è stato assolto, invece, dall'accusa di avere commesso illeciti dello stesso tenore contestati per la partita di calcio Avellino-Reggina, disputata il 25 maggio 2014 (stesso campionato).


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Maggio 2023, 08:04

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