Brasile eliminato, Neymar in lacrime: la maledizione continua. «Addio alla Nazionale? Devo riflettere»

La maledizione di O'Ney nelle grandi occasioni non si interrompe: dopo le sfortunate edizioni dei Mondiali precedenti, un'eliminazione che fa male

Brasile eliminato, Neymar in lacrime: la maledizione continua. «Addio alla Nazionale? Devo riflettere»

di Niccolò Dainelli

Il Brasile è da sempre una delle favorite. Il calcio e la nazionale verdeoro sono spesso sinonimi di spettacolo e vittorie. E non a caso il Brasile è la squadra che ha vinto più coppe del mondo nella storia: ben 5 successi. Ma il Mondiale in Qatar per Neymar e compagni si è concluso ai quarti di finale contro una Croazia con grande cuore e organizzazione difensiva. E per O'Ney continua la sua personale maledizione nella competizione più importante, quella iridata. Una fine condita da tante lacrime, che in poche ore sono diventate il simbolo di un Paese che non riesce più a trionfare dal 2002. 

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L'ultima occasione?

Neymar Jr all'età di 30 anni era consapevole che questi potrebbero essere stati i suoi ultimi Campionati del Mondo. L'attesa degli ultimi mesi, la convinzione di poter essere protagonista e soprattutto la sensazione e la consapevolezza che quella di Qatar 2022 possa essere l'ultima vera grande occasione. Neymar era arrivato all'appuntamento da non fallire con le giuste motivazioni e, soprattutto, con un Paese intero che lo spingeva a entrare nella storia come suoi grandi predecessori.

Nel 2002 Ronaldo il fenomeno, Kakà e Ronaldinho portarono la Seleçao alla vittoria e adesso era il suo momento. E, nonostante l'infortunio con la Serbia, lui effettivamente aveva messo lo zampino sulla partita. Dopo 105 minuti di belle giocate, ma non decisive, O'Ney ha siglato il gol che ha fatto gioire un popolo e che lo ha portato a raggiungere il mostro sacro brasiliano: 77 reti con la maglia verdeoro al pari di un certo Pelè. Poi, però, la tenacia croata ha avuto la meglio. Dalla gioia alle lacrime in meno di mezz'ora e, ancora una volta, la maledizione di Neymar ha avuto la meglio. 

La sua maledizione

Già dopo il duro intervento di Nikola Milenkovic, difensore della Fiorentina, l'incubo di Neymar è riapparso. Il Brasile e lo stesso fenomeno sono stati con il fiato sospeso per giorni: O'Ney ha rischiato di finire il suo Mondiale in anticipo. Poi l'ottimismo è tornato a serpeggiare e il talento è tornato in campo a guidare la sua squadra. Ma, nonostante il suo recupero record, la sua maledizione nei grandi appuntamenti non è svanita. Nel Mondiale del 2014 fu costretto a saltare la semifinale contro la Germania davanti al proprio pubblico, risparmiandosi in prima persona l'umiliante 1-7, definito poi Mineirazo. Nel 2019 non prese parte alla Copa America vinta dal Brasile, ancora una volta, per un problema serio alla caviglia, suo punto debole.

Ma la sua maledizione non si limita certo alla nazionale. Dopo i successi con il Barcellona, infatti, con il suo trasferimento al PSG ecco che gli infortuni sono sempre arrivati nei momenti clou della stagione. Quando ai piedi della Tour Eiffel si inizia a respirare l'aria della Champions League che conta Neymar, quasi come una sentenza, si fa male.

 

Il dolore e l'ultima speranza

Adesso nella testa di Neymar Jr c'è solo tristezza e dolore. Ma molto probabilmente nei prossimi giorni nel talento verdeoro scatterà qualcosa che lo spronerà a puntare al Mondiale del 2026. In America, tra quattro anni, Neymar avrà 34 anni e, prendendo spunto da Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, non è detto che il fenomeno brasiliano non punti con forza a quell'appuntamento. Un'ultima speranza in una carriera davvero sfortunata, quando si tratta di appuntamenti importanti.

«Mi sembra un incubo»

«Mi sembra che sia tutto un incubo, non posso credere a ciò che è accaduto: questa è una sconfitta che peserà, è una cosa troppo triste e ci farà male per molto tempo». Così, in zona mista, un Neymar affranto dopo la sconfitta ai rigori con la Croazia. Sul campo, dopo i rigori, O Ney ha pianto a dirotto, e a nulla sono valsi i tentativi di Dani Alves e del rivale Perisic di consolarlo. Ora, a mente fredda, dice che «inseguivamo un sogno ma purtroppo non siamo riusciti a realizzarlo: nel calcio, e non solo, succede. Ma voglio ringraziare il popolo brasiliano per l'affetto e l'appoggio che ci ha dato. Ora non voglio dire se ci sia un colpevole, sono troppo giù di morale per pensarci». Giocherà ancora in nazionale? Per O Ney ci sarà un altro Mondiale? «Voglio prendermi del tempo per riflettere, per pensare alla Seleçao e a cosa voglio per me. Non chiudo le porte, ma nemmeno posso dire che al 100% tornerò. Non garantisco nulla». 


Ultimo aggiornamento: Sabato 18 Marzo 2023, 20:20

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