Bradley e Aurora, i bimbi simbolo di un calcio pulito sempre meno visibile

Bradley e Aurora, i bimbi simbolo di un calcio pulito sempre meno visibile

di Romolo Buffoni
Bradley e Aurora sono due bambini separati da 2.500 chilometri, ma molto vicini. Entrambi innamorati della vita e del calcio, con la gioiosità e la semplicità che solo un bambino può possedere. Entrambi purtroppo colpiti dal male peggiore.

Bradley, 5 anni di Sunderland, è affetto da un neuroblastoma che, nonostante cure e operazioni, non gli sta dando scampo. La sua storia ha già commosso e mobilitato l'Inghilterra attraverso Twitter (l'account @Bradleysfight ha 83mila followers) e, da sabato, è sbarcata nel resto d'Europa. Il suo ingresso in campo, manina nella manona di Jermaine Defoe, bomber del Sunderland che lo ha praticamente adottato, è stato un tuffo al cuore. Il video di quel moscerino aggrappato alle gambe del suo super eroe durante l'esecuzione degli inni, è diventato virale. Defoe gli ha regalato la gioia dell'1-0 alla Lituania. Uno degli ultimi sorrisi per Bradley, al quale i dottori hanno dato pochi mesi di vita.

Più a Sud, a Napoli, c'è Aurora a sorridere e ad aggrapparsi alla vita grazie al calcio. Lei è vittima della Terra dei Fuochi, quel lembo di Campania trasformato dalla camorra in uno spicchio d'inferno con lo sversamento sistematico di rifiuti altamente tossici. Aurora, tifosissima del Napoli, ieri ha diffuso un video messaggio destinato a Mertens: «Dries, resta con noi ti prego. Ti voglio bene e tu lo sai l'amore che provo per te». Il belga è al centro delle chiacchiere del calciomercato e aveva conosciuto Aurora durante il suo viaggio di nozze quando la ragazza, dal letto dell'ospedale dove aveva subito un trapianto di midollo, gli aveva rivolto il medesimo invito. «Peccato che sono già sposato - rispose Mertens - perché tu sei una ragazza meravigliosa». Che continua a lottare e a sorridere anche grazie ai gol.
Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Marzo 2017, 09:57

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