Un libro per raccontare quanto è grande l'Atalanta

Un libro per raccontare quanto è grande l'Atalanta

di Massimo Sarti

Come si fa a raccontare la splendida favola sportiva dell'Atalanta nel pieno esplodere della pandemia? Fabio Gennari e Andrea Riscassi, rispettivamente penna di Tuttosport e voce di Rai Sport al seguito della Dea, ci sono riusciti perfettamente. Il loro libro “Favola Atalanta” (Laurana Edizioni, collana “Le parentesi”, prefazione di Roby Facchinetti), uscito a settembre, è già alla terza ristampa. Oltre 200 pagine di storie sulle quattro stagioni che hanno portato la società e la squadra bergamasca da provinciale di lusso a realtà ai massimi livelli del calcio italiano e internazionale.

L'Atalanta si appresta non a caso a iniziare la propria seconda avventura consecutiva in Champions League, dalla Danimarca e dal Midtjylland. I nerazzurri, dopo aver sfiorato lo scorso agosto l'approdo in semifinale, sono sempre più considerati (e temuti) in Europa. «Dove la favola è ancora più favola? Forse proprio nel girone passato la scorsa stagione dopo tre sconfitte nelle prime tre partite. Evidentemente, quando le cose devono succedere, succedono», esclama Riscassi (anche bordocampista per Rai Sport negli incontri dell'Under 21 azzurra), interpellato da Leggo. «Quest'anno però bisogna cominciare bene battendo il Midtjylland, per poi presumibilmente giocarsi il secondo posto nelle sfide con l'Ajax», dando come compito difficile attaccare nel gruppo D il Liverpool. Ma con la “Gasperini band” mai dire mai.

Ecco, Gian Piero Gasperini.

La favola raccontata nel libro coincide con il suo quadriennio a Bergamo. Ma non c'è solo, ovviamente, l'impronta dell'allenatore. Due capitoli sono dedicati al “Papu” Gomez e Ilicic, ma ce ne è un altro su tutti gli uomini del “Gasp”. La favola porta poi all'abbattimento di 40 record. Spazio inevitabile pure per il viscerale tifo per la Dea. Infine, ma non meno importante, il riferimento al presidente, al “Percassi style”. Perché quella dell'Atalanta non è una favola caduta dal cielo. C'è una società con solidissime basi, che ha dedicato risorse ed energie allo stadio e dove, ricorda Riscassi, «i giocatori arrivano, fanno bene e vengono valorizzati. Sta capitando ancora: guardate l'attaccante olandese Lammers».

L'idea di “Favola Atalanta”, per Riscassi e Gennari, nacque nella pancia di San Siro lo scorso 19 febbraio, dopo il trionfale 4-1 sul Valencia nell'andata degli ottavi di Champions. Quella – si legge - «fu l’ultima gara “normale” prima che la pandemia colpisse cittadini e calciatori». Il coronavirus già circolava, ma nessuno poteva saperlo. La notizia del “paziente 1” di Codogno sarebbe stata infatti della sera successiva. «Parlando dell'Atalanta e di Bergamo, la pandemia fa parte del libro, ma non abbiamo voluto incentrarlo sul virus. Abbiamo voluto esaltare le cose positive. E scriverlo è servito anche a noi», chiude Riscassi.   


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 21 Ottobre 2020, 14:54

© RIPRODUZIONE RISERVATA