Virtus Roma, Dalmonte conferma l'addio: per
la panchina Bonora favorito su Calvani e Caja
di Fabrizio Fabbri
Perché la Virtus e Roma ha imparato ad amarle nei due anni in cui è stato seduto in panchina, succedendo a Marco Calvani. Un po' di scetticismo iniziale, anche perché il predecessore aveva fatto una finale per il titolo, ma poi è arrivata la sintonia, conquistata con quelle che sono le sue caratteristche: la professionalità e il lavoro in palestra.
Ma nonostante questo, nonostante il presidente Claudio Toti avesse scalfito le certezze del primo no, quello che era arrivato dopo la decisione di autoretrocedere il club in serie A2, ieri, dopo aver viaggiato da Roma a Folgaria e aver fatto ritorno al raduno della Nazionale, Dalmonte ha detto no.
«Non è questione di soldi, sarebbe offensivo per tutti». Schivo e riservato, come sempre tiene dentro di se i motivi. L'impressione è che se il progetto pensato da Toti all'inizio, quello che oltre all'Eurobasket vedeva coinvolta anche la Stella Azzurra, fosse andato in porto, le riserve le avrebbe sciolte.
Dalmonte si carica la responsabilità di questo no su spalle larghe con un messaggio di addio: «Non intravedo miei personali presupposti per un futuro insieme. Ringrazio il presidente Toti, tutti quanti gli uomini, prima ancora che professionisti, con cui ho collaborato, e tutti i tifosi di cui ho apprezzato, al di là di una partita vinta o persa, il rispetto».
E ora? La strada più semplice è quella che porta a Davide Bonora, che però ha una sola stagione, e di serie B, da capo allenatore sulle spalle. E allora, per far maturare definitivamente Pando, si potrebbe puntare sull'esperienza. Due le possibilità: il ritorno di Marco Calvani, amatissimo dalla piazza, o quello di Attilio Caja.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 30 Luglio 2015, 11:22
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