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E quel gesto è stato fatto ripetutamente dallo svizzero nella finale degli Open degli Stati Uniti, nella quale stanotte ha prevalso a sorpresa sul campione in carica Novak Djokovic in quattro set, per andare a prendersi il primo titolo a Flushing Meadows e il terzo Slam della sua carriera.
«È stato quello che ha giocato meglio. È stato tenace mentalmente» ha ammesso il serbo alla fine del match, regalando allo svizzero due dei più bei complimenti che un tennista possa ricevere dal numero 1 mondiale. «Sapeva quello che doveva fare. E io sono stato solo sfortunato in alcuni momenti. Questo è tutto».
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«Sono stato per molto tempo in campo in queste due settimane e sono completamente sazio» ha detto durate la cerimonia di premiazione, nella quale ha omaggiato gli Stati Uniti ricordando che si giocava nel 15/o anniversario degli attentati alle Twin Towers.
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Ha dovuto aspettare 28 anni per assaporare la semifinale di uno Slam, ma ora è andato in finale tre volte nei quattro tornei maggiori e tre volte ha vinto. E con Djokovic sembra avere una predilezione particolare: tolti i match degli Slam ha un passivo di 19-0, ma tre volte lo ha battuto dove conta davvero, nei quarti in Australia nel 2014, a Parigi in finale l'anno scorso, e ora. Non male per uno non abbastanza forte mentalmente.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 12 Settembre 2016, 09:06
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