Rugby, l'Inghilterra batte l'Italia 52-11
agli azzurri di Parisse il Cucchiaio di legno
di Paolo Ricci Bitti
L’incapacità dell’Italia di combinare qualcosa con quei palloni conquistati è stata imbarazzante.
Dominati in touche e negli impatti, fino al 47’ agli azzurri non era restato che una sola ciambella di salvataggio: la mischia chiusa. Che poi portasse vantaggi effettivi il possesso guadagnato facendo indietreggiare gli avversari è un altro discorso, ma intanto almeno lì gli inglesi dovevano metterci l’anima, sprecare energie. Poi al 7’ della ripresa, iniziata sul 6-24, il ct Brunel ha cambiato i piloni Aguero e Cittadini inserendo Rizzo e De Marco. Era previsto, ma non così presto, non quando almeno in quel settore (ovvero l’unico) l’Italia poteva respirare. E di lì sono crollate anche le certezze sul pack in cui il rientro di Parisse non è bastato a rivitalizzare un reparto, le terze linee, in cui ci eravamo fatti un nome grazie a talenti come Zanni, ahinoi adesso in officina. Dal 52’ al 67’, un quarto d’ora, abbiamo subito tre mete, anche in prima fase. Esagerata la facilità con cui i bianchi sono filtrati. Sul 6-45 la fiammata di Sarto, ancora lui, capace di intercettare un molle passaggio di Launchbury e volare in meta: 11-45. Almeno si era riusciti a rovinare il piano degli inglesi che dovevano vincere con 49 punti di vantaggio per sperare di vincere il Sei Nazioni.
Ma è ben poca soddisfazione. Per provarci, gli azzurri ci hanno provato per tutto il match ma senza palla in questo gioco non si va da nessuna parte. E anche il loro ultimo, encomiabile, attacco da dietro i pali a sirena suonata è finito con una meta di Robshaw. Il carattere, almeno un po’, in questa nazionale c’è. Manca tutto il resto e per il ct Brunel l’opera di ricostruzione pare davvero titanica. Al tempo stesso titanica è la folla che segue gli azzurri: a prescindere, diretto chi ha fatto il militare a Cuneo. Dopo un ko da 7 mete a una, con lo stadio in festa e pieno come un uovo (72.800 fedeli), gli azzurri hanno fatto un giro di campo per salutare i tifosi dai quali sono stati applauditi. Consolante? Pochissimo, ma meglio del niente visto fino a quel momento.
Italia-Inghilterra 11-52 (6-24)
Marcatori. Italia 1 m. 68’, 2 c.p. 6’ 22’ Orquera. Inghilterra: 7 m. 12’ e 38’ Brown 31’ Farrell 52’ Nowell 61’ Vunipola 67’ Tuilagi 81’ Robshaw; 1 c.p. 10’, 7 tr. Farrell.
ITALIA: McLean; Esposito, Campagnaro, Garcia (72’ Masi), Sarto; Orquera (42’ Allan), Tebaldi (66’ Gori); Parisse (cap.), Barbieri, Furno (56’ Derbyshire, 61’ Biagi); Bortolami, Geldenhuys; Cittadini (46’ De Marchi), Ghiraldini, Aguero (46’ Cittadini 72’ Cittadini).
A disp. Giazzon
INGHILTERRA: Brown; Nowell, Burrell (53’ Tuilagi), Twelvetrees, May; Farrell, Care; Morgan, Robshaw (cap.), Wood; Lawes, Launchbury; Wilson, Hartley (52’ Young), Vunipola (75’ MUllan).
ARBITRO: Pascal Gauzere (Francia).
Ultimo aggiornamento: Sabato 15 Marzo 2014, 16:33