Roland Garros, Cecchinato: «Sono un attaccante nato e ho sconfitto anche la nebbia»

Roland Garros, Cecchinato: «Sono un attaccante nato e ho sconfitto anche la nebbia»

di Redazione Sport
Marco Cecchinato il giorno dopo. Difficile capacitarsi dell'impresa realizzata di quallificarsi alla semifinale del Roland garros, 40 annia dopo Corrado Barazzutti: «Non ho dormito granché ma oggi riposo assoluto e poi penso alla semifinale. Ho ricevuto tantissimi messaggi ma ho potuto rispondere solo ai familiari. Quando finisce Parigi promesso rispondo a tutti».

«È partito tutto da Budapest - racconta il tennista intervenuto al telefono con 'Non è un paese per giovanì su Radio 2 - il primo Atp vinto. Da piccolo sognavo di diventare un giocatore professionista ma non ero fortissimo. E ora ringrazio le poche persone che hanno creduto in me. Tutti i sacrifici sono ricompensati e questo è un sogno che si realizza». Fila di fans sotto l'albergo? «Sono fidanzato - sorride - a Gaia ho detto stai tranquilla è tutto come prima».


Gaia, la fidanzata di Cecchinato

«Alternavo il tennis al calcio, ero un attaccante niente male e sognavo di diventare un calciatore professionista.
Tifo Milan e il mio idolo era Kaka. Poi mio cugino Francesco Palpacelli, mi ha convinto a provare il tennis e l'avventura a Caldaro con Massimo Sartori e Andreas Seppi. Certo ero abituato al mare e al sole di Palermo e mi svegliavo la mattina con la nebbia... Però ne è valsa la pena, quei sacrifici sono stati ripagati». Marco Cecchinato si racconta il giorno dopo aver centrato la semifinale del Roland Garros.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Giugno 2018, 17:44
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