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Manuela Olivieri Mennea, la moglie del campione incorona Tortu: «Lui potrà battere il record di 19”72 del mio Pietro sui 200»
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di Marco Lobasso
Manuela Olivieri Mennea è un vulcano di idee. La figura di suo marito Pietro Mennea, un mito dell’atletica mondiale, con lei rivive ogni giorno di forza nuova, rinnovata, di passione e di progetti mai banali. Manuela, ospite in redazione a Leggo, è custode del passato della Freccia del Sud ma è anche l’anima di un presente e di un futuro legato all’immagine di un campione infinito.
L’atletica nel cuore: il talento di Filippo Tortu può avvicinare la grandezza di Pietro?
«Filippo è un ragazzo splendido, educato e un campione. Vorrei che fosse lui a battere il record europeo dei 200 di Pietro, quel 19”72 famosissimo e mitico. L’abbiamo conosciuto quando era ragazzo, in Sardegna, un ricordo speciale: Mennea e il piccolo Tortu insieme».
Ma è tutta l’atletica italiana che sembra in un momento di vera crescita.
«Lo vedo anche io, vuol dire che si sta lavorando bene sui giovani. Credo nella rinascita dell’atletica».
Pietro Mennea è andato oltre il mito del campione, rappresenta parte del tessuto sociale italiano.
«La gente gli ha voluto e gli vuole bene ancora tantissimo. Così sono nate a marzo le Menneadi e le corse in suo onore come quella di Agropoli che seguirò personalmente. Così, sarebbe bello nascesse un museo dedicato a lui. I progetti ci sono, io sono pronta e con me tanti amici, ma serve un percorso serio e duraturo».
Di Mennea sta per uscire anche un nuovo libro.
«Sulla sua esperienza a Monaco 1972 e sui quei terribili giorni di settembre nero. Pietro ha sentito sempre tanto il dramma di quella strage e lo aveva scritto con passione: è tutto pronto. Presto saprete. Intanto ringrazio l’appassionato organizzatore Maurizio Marino che ha avuto la sensibilità per aiutarmi in questo progetto».
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