In particolare Fiorella, all'epoca medico personale di Schwazer, secondo quanto rilevato dal giudice non solo «sapeva dei rapporti dell'atleta con il dottor Ferrari (squalificato a vita, ndr) e il dott. Thuile», «non si era limitato ad omettere le dovute comunicazioni all'Upa (la procura antidoping, ndr), ma pur essendo stato esplicitamente informato da Alex Schwazer circa l'uso di pratiche doping, non solo non si muoveva, ma addirittura offriva un contributo attivo» all'atleta, consigliandolo «sul da farsi e come muoversi per farla franca». Condotte, queste, «particolarmente gravi da parte di un soggetto rivestente il ruolo di medico personale dell'atleta».
Dal suo canto Fischetto «dopo essere stato certo circa l'assunzione di sostanza dopante da parte di Alex Schwazer nell'aprile del 2012, esprimendosi in termini di 'manipolazione certà, non si muoveva e nulla segnalava, non informava ma al contrario adottava anch'esso tattiche e accorgimenti idonei a procrastinare nel tempo l'accertamento della positività» dell'ex atleta.
Inoltre, «mentre il dott.Fischetto segnalava - nel luglio 2012- per sospetti di doping altri atleti, 'stranamente' non inseriva in tale elenco l'atleta di spicco Schwazer, e ciò nonostante Fischetto era certo per suo stesso dire ('manipolazione certa, ci metto le mani nel fuoco') - in base ai dati ematici in suo possesso - dell'assunzione di sostanza dopante da parte di Schwazer».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 13 Aprile 2018, 17:32
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