Maurizia Cacciatori è la giocatrice italiana di pallavolo più famosa di sempre, davvero solo per il talento di atleta?
«Lo sono perché ho giocato e vinto tanto, non per la bellezza e per il mio fisico. Anzi, dei complimenti non mi è mai importato nulla. Ho pensato solo alla pallavolo e a essere perfetta in campo».
Eppure milioni di italiani si sono innamorati di lei quando giocava e vinceva scudetti e coppe in Italia e in Europa.
«L’Italia del volley femminile era forte e lo è anche oggi. Eravamo brave e vincenti. Forse una cosa posso ammetterla: con la nostra avvenenza siamo riuscite a imporci all’attenzione dei media in un periodo in cui la nazionale maschile del volley vinceva praticamente tutto».
Nel libro Senza rete oggi in uscita, edito da Roiedizioni e primo lavoro di una nuova collana firmata dall’ex calciatore azzurro Demetrio Albertini, Maurizia Cacciatori prova a raccontare la vita avventurosa e intensa vissuta per anni. Ci è riuscita?
E svela anche qualche piccolo segreto.
«Racconto qualcosa in più della mia vita privata e anche le mie fughe dai ritiri della Nazionale. Ho rischiato e forse mi sono fatta qualche nemico. Ma le fughe non le fanno solo i calciatori».
Scappatelle per passione o per amore di un uomo?
«Niente di ciò, ma solo perché sono curiosa, birichina e toscanaccia. Non mi andava di perdermi le cose belle di una città. Per esempio a Tokyo, dove le notti sono incredibili. Hai presente le notti nel film Last in translation di Sofia Coppola? Ecco, quelle».
Maurizia in amore: prima storie turbolente, poi la serenità, la famiglia, due meravigliosi figli.
«L’allusione è per il matrimonio con Pozzecco saltato quasi sull’altare? Ho avuto coraggio ma andava fatto. E poi, se lo vedete, ditegli: gli ho fatto un piacere a non sposarlo».
Ultimo aggiornamento: Martedì 9 Ottobre 2018, 07:23
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