Elia Viviani e Jessica Rossi, due "bandiere" a sorpresa per Tokyo

Elia Viviani e Jessica Rossi, due "bandiere" a sorpresa per Tokyo

di Gianluca Cordella

L’Italia sceglie la via dell’oro. Magari sperando anche che sia di buon auspicio per la spedizione giapponese. Così a Tokyo, a fare da apripista allo squadrone azzurro nella cerimonia inaugurale del 23 luglio, non ci sarà un atleta vincente e da copertina - vedi Federica Pellegrini a Rio 2016 - ma due atleti vincenti e non alle prese con la medesima popolarità della Divina. Il Coni ha scelto: i portabandiera saranno Jessica Rossi ed Elia Viviani. La prima campionessa del tiro a volo con un passato da baby fenomeno. Il secondo, polivalente stella del ciclismo, bravo tanto nella pista che sulla strada (come quelle del Giro d’Italia, dove ieri è stato raggiunto dalla notizia, limitandosi a ringraziare tra una pedalata e l’altra). Hanno una cosa in comune, essenzialmente: sono stati entrambi campioni olimpici. La centese delle Fiamme Oro a Londra 2012, nel trap, dove stupì il mondo con un pazzesco 99/100 - parliamo di piattelli colpiti - record mondiale della specialità. Il corridore della Cofidis in Brasile, cinque anni fa, con uno splendido acuto nell’Omnium. Anzi, a pensarci bene di cose in comune ne hanno un’altra: sono rappresentanti di due sport che storicamente sono stati serbatoi di podi decisivi per le sorti del medagliere azzurro e che finora non avevano mai avuto l’onore di vedere un proprio rappresentante nel ruolo di portabandiera. Un “difetto” che Giovanni Malagò ha giustamente pensato di correggere, spiazzando chi si aspettava nomi più altisonanti.
I NUMERI
A voler leggere questa scelta attraverso le cifre si scoprono una miriade di sottotesti. Il primo è nel messaggio roboante per la parità di genere che se ne sta racchiuso in quel 2, quello che sono Rossi e Viviani insieme. L’idea/appello era stata del Cio: raddoppiamo i portabandiera, in maniera tale da poter scegliere in egual misura campioni uomini e donne. Idea che il Coni ha prontamente raccolto, anche se va dato atto a Palazzo H di aver sempre tenuto in considerazione la questione: dalla Pellegrini brasiliana già citata alla Valentina Vezzali di Londra 2012, quando era strepitosa campionessa prima che sottosegretaria allo Sport, che ieri ha detto ai suoi eredi: «quel Tricolore vi entrerà nel cuore». Altri numeri che spiegano tanto sono delle sequenze: 33-16-10 e 9-8-8, rispettivamente, leggendo oro-argento-bronzo, le medaglie che ciclismo e tiro a volo hanno portato nei secoli all’Italia e che legittima la scelta. E poi c’è il 23/6 che non è una frazione ma una data: il 23 giugno infatti la spedizione azzurra sarà ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a un mese esatto dall’inizio dei Giochi, per la consegna della bandiera. Poi scatterà il countdown per il Giappone, sperando che il Covid che ancora imperversa pesantemente da quelle parti non faccia scherzi. 
LA MOTIVAZIONE
«Elia Viviani è l’ultimo medagliato olimpico e Jessica Rossi, la più giovane medaglia della storia italiana dopo Federica Pellegrini ma è la più giovane d’oro - ha spiegato Malagò -.

Elia rappresenta il ciclismo. Jessica a nome di tutto il movimento del tiro». Il presidente ha spiegato che per lo stesso motivo erano entrate in lizza anche Chiara Cainero e Diana Bacosi, le mamme d’oro e d’argento di Rio, che però il 24 luglio saranno subito in gara di mattina: meglio preservarle. Variabili - quelle del programma e delle brevi permanenze per protocollo - che incideranno anche nella scelta degli alfieri per la chiusura. «Ci saranno sorprese», ha rilanciato Malagò. Una curiosità: novità per l’Italia, il doppio alfiere non è una prima assoluta. A Syndey 2000 e ad Atene 2004, le due Coree sfilarono insieme e, per non fare torto a nessuno, schierarono due atleti, un uomo e una donna, in rappresentanza del Nord e del Sud. Nulla a che fare con la parità di genere, però.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 21 Maggio 2021, 16:45
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