Jury Chechi, i 50 anni del Signore degli Anelli. E vola ancora alto
di Marco Lobasso
Come lui nessuno mai. Juri per sempre, ieri, domani e poi ancora. Lui italianissimo con un nome per niente italiano: il padre ammirava Jury Gagarin e così lo chiamò. Concepito prima che Armstrong saltellasse sulla luna, nato appena tre mesi dopo. Le stelle nel suo destino, soprattutto gli Anelli. Era un ginnasta completo il piccolo Juri, poi un tendine d’achille troppo debole lo costrinse a diventare un fuoriclasse solo nella specialità degli anelli. E nell’aria, volteggiando senza esitazioni, è diventato il ginnasta perfetto. Mai più uno come lui, in Italia e nel mondo. Ma perché proprio gli anelli? «Perché è il più difficile tra gli esercizi, ha risposto negli anni Chechi, e perché ci vogliono insieme forza, equilibrio e coordinazione». Come nella vita. Non andò mai da Nando Orfei che lo voleva per una volta ospite d’onore al circo. Ha sempre deciso da solo, mai per danaro, come quando voleva ritirarsi dopo l’incidente all’amico Chico rimasto paralizzato durante un esercizio di ginnastica, convinto a continuare proprio dallo sfortunato ragazzo, come si legge scorrendo nell’archivio immenso che riguarda la vita del campione toscano. Nel 2004 ha ricevuto la laurea ad honorem dall’Università del Molise. Ieri come oggi Juri Chechi incanta ancora. Il Signore degli Anelli non ha mai smesso di volare.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Ottobre 2019, 15:48
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