Filippo Magnini e la Palmas: «Con Giorgia avrei vinto di più»

Filippo Magnini e la Palmas: «Con Giorgia avrei vinto di più»

di Luca Uccello
Filippo Magnini è un duro (e puro). Lo è stato da nuotatore, lo è oggi che chiede ancora giustizia per le questioni di doping che gli hanno reso difficili gli ultimi mesi. Combatte per non essere ricordato per una brutta storia piena di punti di domanda e ancora non chiarita del tutto, e non per le vittorie e i titoli mondiali conquistati in vasca. Rivuole il rispetto nello sport e nella vita che gli eventi gli stanno togliendo. E' stato caustico, anche con Federica Pellegrini e con il Coni, provando a liberarsi di qualche sassolino fastidioso. Il nuoto è stato la sua vita e lo sarà ancora.

Quanto le manca essere nuotatore?
«Mi manca stare con i compagni, ovviamente l'adrenalina della gara, ma devo dire che sono molto sereno. C'è tempo per ogni cosa, ho nuotato per 27 anni e forse ho smesso al momento giusto, dopo una lunga carriera, tante soddisfazioni, qualche delusione ma ho scelto io di lasciare e questo mi fa stare sereno».

C'è un tempo per tutto, ora è il tempo della sua Giorgia.
«Ho sempre detto che in questi anni giravo il mondo, ma in realtà giravo solo le piscine. Adesso posso dedicare del tempo a me stesso, posso stare con Giorgia Palmas, con la mia famiglia. E' arrivato il momento di crescere e fare dell'altro. Lo sport agonistico è stato una fase, un ciclo della mia vita; c'è un inizio e una fine e io posso dire di essere stato fortunato, perché nella mia carriera ho ottenuto tanti risultati importanti».

Forse con Giorgia al suo fianco la storia di Filippo con il nuoto sarebbe potuta finire diversamente.
«Avere una donna come Giorgia è importantissimo, mi completa in tutto quello che faccio e che vivo. Ho sempre pensato che anche l'esperienza più bella se non la puoi condividere con qualcuno che ami non è poi così bella. Oggi che ho la possibilità di fare tutto con lei, mi rendo conto che ogni cosa è più bella di prima».

A un mese esatto dai campionati mondiali in Corea del Sud, a fine giugno, arriva il momento del tradizionale Trofeo Settecolli di Roma.
«È l'ultimo grande appuntamento per preparare al meglio il campionato del mondo. Si sta per completare la squadra azzurra, quella che si è cominciata a formare con gli scorsi campionati italiani. Sarà certamente un biennio molto importante per l'Italia. Prima il Mondiale e poi l'Olimpiade nel 2020. Uno dei ragazzi che sento di più è Luca Dotto e mi racconta che stanno lavorando tanto. Io li seguirò dalla tv, li controllerò da lontano».

Ha sempre un rapporto forte con i suoi ex compagni?
«Sono sempre pronto a dare consigli a tutti i miei compagni, soprattutto ai ragazzi della velocità, che sento costantemente al di là del nuoto, siamo amici e siamo rimasti molto uniti».

Magnini come vede il nuoto italiano del futuro?
«Ormai è da Sidney 2000 che il nuoto italiano continua a vincere medaglie che siano olimpiche, mondiali o europee. Ci sono le solite punte di diamante ma ci sono giovani che stanno venendo fuori. Diciamo che il nuoto sta ancora bene».
 

Ultimo aggiornamento: Domenica 7 Luglio 2019, 18:00
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