Corri? Occhio alle fratture da stress
di Stefano Lovati
I CONSIGLI DI STEFANO LOVATI (medico chirurgo specialista in ortopedia e traumatologia, responsabile ortopedico S.S. Lazio e sport clinique Paideia)
Tra i fattori predisponenti: sovraccarichi funzionali indotti da alterazioni morfologiche ossee (tibia arcuata, piede cavo), squilibri posturali, eccessivi allenamenti. Le donne con bassi livelli di estrogeni presentano un rischio 6 volte maggiore rispetto agli uomini, ma guariscono molto prima.
Il dolore inizia spesso modestamente e può arrivare nel giro di 2 o 3 settimane a un’intensità tale da impedire il gesto atletico. Generalmente è localizzato, e assente durante il riposo. La diagnosi non sempre facile negli stadi iniziali. Successivamente esami strumentali come Rm, Tac e scintigrafia ossea, aiutano a definire l’eventuale frattura. Il trattamento dipende dalla sede e dalla gravità. Spesso al riposo si abbina una fisioterapia con tecar e campi magnetici pulsati, onde d’urto e farmaci osteostimolantii. A volte si utilizzano plantari. Raramente si ricorre al trattamento chirurgico.
E-mail: dott.lovati@gmail.com
Ultimo aggiornamento: Giovedì 3 Aprile 2014, 17:44
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