Il fratello di Scarponi: "Dopo il coronavirus, più sicurezza sulle strade"

Il fratello di Scarponi: "Dopo il coronavirus, più sicurezza sulle strade"

di Daniele Petroselli
“Il ciclismo non rinascerà con un evento fine a se stesso, con un altro Giro d'Italia, né basteranno i ciclodromi a incentivare il movimento. Non dobbiamo recintare la sicurezza, dobbiamo liberarla e portarla su tutte le strade, e il tempo del coronavirus può aiutare in questo cambiamento”. A dirlo è Marco Scarponi, il fratello di Michele, il ciclista azzurro morto il 22 aprile 2017 per un incidente durante un allenamento, ha lanciato un messaggio al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: “Non perda tempo a dare ai giovani gli spazi da riempire con le loro idee riguardo l'ambiente e la mobilità, trovando un grande alleato, all'interno della squadra di governo, nel ministro all'ambiente Sergio Costa”.
Oggi alla guida della Fondazione che porta il nome del compianto campione di Filottrano, impegnata per riportare sicurezza sulle strade italiane, Marco Scarponi ha ben chiaro cosa fare: “Sogno che il ministro si alzi dalla poltrona dove magari sta seguendo una gara d'epoca, nostalgica ma inutile, e dichiari pubblicamente 'dobbiamo ripartire dalla sicurezza stradale, che è mobilità sostenibile. La bicicletta è un mezzo di trasporto. Dobbiamo far comprendere questo ai cittadini. Mettere in sicurezza il cittadino che si muove in bici in città per andare a lavoro o semplicemente per spostarsi significa garantire sicurezza alla nostra attività. Fissatevi queste parole nella testa: la Sicurezza Stradale è Mobilità Sostenibile”.  Ma non solo: “Sogno che raduni a un tavolo i costruttori di biciclette, la Federazione e gli altri enti, le associazioni di cicloamatori e soprattutto quelle di ciclismo giovanile e quando tutti fanno silenzio, prende la parola così: 'Abbiamo sbagliato tutto. Scordatevi il Giro d'Italia del 1946 e tutte le leggende del dopoguerra. Mettere in sicurezza il cittadino che si muove in bici in città per andare a lavoro o semplicemente per spostarsi significa garantire sicurezza alla nostra attività'”. Ma la risposta già ce l’ha. Ed è amara: “Non credo che questo accadrà, gli sponsor e gli interessi economici sono troppo forti”.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Aprile 2020, 17:51
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