Il fratello di Scarponi: "Dopo il coronavirus, più sicurezza sulle strade"
di Daniele Petroselli
Oggi alla guida della Fondazione che porta il nome del compianto campione di Filottrano, impegnata per riportare sicurezza sulle strade italiane, Marco Scarponi ha ben chiaro cosa fare: “Sogno che il ministro si alzi dalla poltrona dove magari sta seguendo una gara d'epoca, nostalgica ma inutile, e dichiari pubblicamente 'dobbiamo ripartire dalla sicurezza stradale, che è mobilità sostenibile. La bicicletta è un mezzo di trasporto. Dobbiamo far comprendere questo ai cittadini. Mettere in sicurezza il cittadino che si muove in bici in città per andare a lavoro o semplicemente per spostarsi significa garantire sicurezza alla nostra attività. Fissatevi queste parole nella testa: la Sicurezza Stradale è Mobilità Sostenibile”. Ma non solo: “Sogno che raduni a un tavolo i costruttori di biciclette, la Federazione e gli altri enti, le associazioni di cicloamatori e soprattutto quelle di ciclismo giovanile e quando tutti fanno silenzio, prende la parola così: 'Abbiamo sbagliato tutto. Scordatevi il Giro d'Italia del 1946 e tutte le leggende del dopoguerra. Mettere in sicurezza il cittadino che si muove in bici in città per andare a lavoro o semplicemente per spostarsi significa garantire sicurezza alla nostra attività'”. Ma la risposta già ce l’ha. Ed è amara: “Non credo che questo accadrà, gli sponsor e gli interessi economici sono troppo forti”.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 6 Aprile 2020, 17:51
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