Chiappucci: «La mia Milano-Sanremo? Una impresa irripetibile»

Chiappucci: «La mia Milano-Sanremo? Una impresa irripetibile»

di Marco Lobasso
ROMA - I giorni della Milano-Sanremo sono quelli di Claudio Chiappucci. Domani il ciclismo mondiale inizia la stagione delle grandi classiche, come tradizione, sulle strade italiane di una delle corse più antiche e più suggestive di sempre. Da anni l’arrivo sul lungomare ligure è quasi sempre allo sprint, ma c’è stato un tempo, 28 anni fa, il 23 marzo 1991, in cui sul traguardo di Sanremo si arrivava anche da soli, a braccia alzate. El Diablo Chiappucci la vinse così quella corsa, andando in fuga per 140 chilometri e staccando tutti. Come lui nessuno mai.
Oggi ripetere l’impresa di Chiappucci è ancora possibile?
«No, non succederà più. Inventai quella corsa, andai via sul Colle del Turchino e non mi presero più. Un’impresa folle e bellissima. Oggi non vedo un altro Chiappucci, il ciclismo è cambiato, è più tecnologico, a nessuno è permesso di scappare a metà corsa, c’è troppo controllo. Mi spiace per chi ama le fughe di fantasia e di coraggio. Un altro Chiappucci non ci sarà più».
Come sarebbe oggi El Diablo con tutta questa tecnologia nel mondo delle due ruote?
«Troverebbe il modo di inventarsi qualcosa. Io ero così, dovevo attaccare e provare a vincere, anche contro tutti. Se potessi, vi stupirei anche oggi».
Che corsa si immagina domani El Diablo?
«Come le ultime, molto controllata, con le grandi squadre che bloccheranno la corsa. Nel finale però spero accada qualcosa».
Magari l’azzardo di un corridore italiano?
«Un azzurro c’è che può vincere, ma non deve rischiare nulla e deve arrivare con i migliori fino alla fine: è Elia Viviani. È in forma, se arriva in fondo con gli altri può vincere la Sanremo».
E gli stranieri?
«Dico solo un nome: il colombiano Gaviria, velocissimo e resistente. Se non lo staccano sarà lì a Sanremo a giocarsi la vittoria».
Chiappucci, intanto, a 56 anni corre ancora.
«In mio onore c’è una Gran fondo a Pasqua in Francia e una il 7 aprile ad Ariano Irpino. Come faccio a non correre? E poi spero di tornare a Capri in estate, per la seconda edizione della rievocazione storica dei miei trionfi al Tour 90. L’anno scorso ho vissuto una giornata memorabile con tanti sportivi in bici con me».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Marzo 2019, 21:38
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