Chester Williams è morto in Sud Africa: gli Springboks perdono un altro degli eroi campioni del mondo del 1995 davanti a Nelson Mandela
di Paolo Ricci Bitti
Chester Williams è morto a 49 anni in Sud Africa stroncato da un attacco cardiaco: era l'unico non bianco della nazionale Springboks che nel 1995 vinse la Coppa del Mondo contro gli All Blacks a Johannesburg davanti a Nelson Mandela, come raccontato nel film Invictus di Clint Eastwood tratto dal libro "Ama il tuo nemico" di John Carlin. In quegli anni Chester, la "perla nera", ala velocissima capace di segnare 4 mete a Western Samoa nei quarti di finale della Coppa, divenne una delle leve con cui Madiba fece forza per convincere 45 milioni di neri e coloured a convivere con quattro milioni di bianchi nel nuovo Sudafrica uscito dalla barbarie dell'apartheid. Williams è il quarto eroe di quell'epopea che scompare prematuramente ed è quello che indiscutibilmente divideva la scena della storia del rugby con il capitano Pienaar e con lo stesso Nelson Mandela: l'ala cresciuta nei sobborghi di Città del Capo, nipote di Avril Williams, il secondo non bianco a giocare per gli Springboks negli anni cupi del regime boero, era subito diventato il simbolo del Sudafrica multirazziale, anche se da parte sua, nei non facili anni, seguiti alla coppa del mondo, non mancarano accuse di razzismo nei confronti di alcuni dei compagni della nazionale su cui Mandela aveva puntato nonostante la contrarietà di tutto il nuovo establishment nero salito alla guida del paese più ricco e più avanzato dell'Africa.