Gli Abbagnale: «Canottaggio dimenticato, ma vince più del calcio»

Gli Abbagnale: «Canottaggio dimenticato, ma vince più del calcio»

di Marco Lobasso
L’occasione è doppia: il restyling del glorioso Circolo Nautico Stabia che nel 2021 compirà 100 anni e l’ormai prossimo trentennale dalla prima medaglia d’oro alle Olimpiadi (Seoul 1988): i fratelli Abbagnale di nuovo insieme nella loro Castellammare di Stabia e al loro club di sempre. Carmine cura il settore remiero del circolo gialloblu, Giuseppe è da anni presidente della Federcanottaggio, e si divide tra Roma e Napoli. Si ritrovano insieme e lanciano un appello per il futuro dello sport che li ha resi autentici miti.
«Serve una visione politica dello sport italiano in generale, e del canottaggio in particolare, che non c’è e che non vedo ancora in futuro. E serve che riconoscano allo sport uno status sociale, decisivo per la crescita del Paese. L’Inghilterra, con una lotteria di successo, finanzia il remo che oggi può spendere fino a 33 milioni di sterline, più o meno 40 milioni di euro. Noi dal Coni, che fa miracoli, ne riceviamo solo 4 all’anno. La differenza è 40-3. Eppure vinciamo, sicuramente più del calcio italiano, per fare un esempio significativo», spiega Giuseppe Abbagnale.

Sono solo gli investimenti esigui il problema del remo italiano?

«In Italia manca una cultura dello sport che non significa leggere di sport e fare attività saltuaria, ma entrare nel tessuto sociale, diventare decisivi per la crescita dei nostri ragazzi. E questo onestamente non si vede», aggiunge Carmine.

Eppure alle Olimpiadi il canottaggio italiano è tra i più forti del mondo. Solo miracoli? 

«Di miracoli ne abbiamo fatti, noi da atleti e poi i tanti altri venuti dopo. Ma i miracoli possono finire e sarebbe terribile. Alle Olimpiadi facciamo l’impossibile, abbiamo risorse appena sufficienti per gli atleti di vertice, mentre servirebbe più denaro per far crescere la base di praticanti come vorremmo. Eppure c’è tanta voglia di fare canottaggio. I giovani sono pazzi di noi. Con più investimenti immaginate quanti nuovi Abbagnale potremmo scoprire», continua il presidente federale.

I corpi militari sono croce o delizia del canottaggio italiano?
«Delizia perché hanno le possibilità economiche per permettere a tanti nostri atleti di vertice di non perdersi dopo la carriera giovanile. Croce perché è dura vedere i ragazzi dei nostri circoli passare ai corpi militari. I circoli nautici più attivi dovrebbero essere aiutati dalle istituzioni politiche con investimenti, per non fare andare via i propri migliori canottieri. E onestamente questo ancora non succede», chiudono insieme i Fratelloni.

Ultimo aggiornamento: Venerdì 1 Giugno 2018, 08:00
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