Gianni Petrucci è un uomo di sport, con tanti anni di esperienza sulle spalle. Chi non lo ama dice che è un po’ come la regina Elisabetta, sempre lì al suo posto senza che nessuno lo allontani dal suo mondo. Lui non si offende, anzi se ne bea. “Un motivo ci sarà. Oggi quando intervengo al Consiglio Nazionale del Coni per far sentire la nostra voce c’è ancora chi mi applaude” dice con malcelata benevolenza verso sè stesso. Petrucci è tornato a dirigere il basket, la Federazione per precisione, è oggi combatte per la sopravvivenza del suo sport, ma anche di tutto il movimento. “Il Covid c’è non ci nascondiamo, ma bisogna riconoscere anche il valore sociale dello sport. Un nuovo stop sarebbe un dramma. Con il presidente della Legabasket Gandini stiamo provando a farci sentire. In Italia non può esistere solo il calcio e lo dico io che quel mondo lo conosco bene avendolo vissuto da dirigente federale e di club”. Petrucci chiede che al basket venga riconosciuto il diritto di fare accedere il pubblico nella massima sicurezza per il 25 per cento della capienza per impianti fino a 10.000 posti come proposto dal comitato 4.0.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Ottobre 2020, 07:00
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