Milano passeggia sulla Virtus Roma che si scopre con il futuro più incerto

Milano passeggia sulla Virtus Roma che si scopre con il futuro più incerto

di Fabrizio Fabbri

Perdere non piace nessuno. Figurarsi quando lo scarto finale dice che l’Armani Exchange Milano ha rullato la Virtus Roma 93-71. Però nel leggere questo risultato c’è una considerazione da fare. La squadra capolista del campionato, che in 15 minuti di partita ha liquidato la pratica contro i capitolini grazie all’opulenza che caratterizza il proprio roster come dimostrato dalla palma di Mvp assegnata senza dubbio a Davide Moretti, classe 1998 autore di 15 punti, che fino a oggi aveva totalizzato poco spazio, ha come sponsor il proprio proprietario, ovvero quel Giorgio Armani che, nel tempo libero, si diletta fare il mecenate, ormai unico in Italia, nel mondo del basket. Dall’altra parte c’è un club storico, già campione d’Italia e d’Europa e patrimonio della città capitale d’Italia, che naviga a vista e rischia, più prima che poi, di chiudere i battenti. Non c’è troppa cronaca della partita da raccontare, se non qualche cifra, detto di Moretti bene per Milano Leday con 12 punti e Shields con 12 mentre per Roma ci sono Robinson (13) e Hunt (14) in doppia cifra. Ma quello che conta è ciò che accade, o meglio dovrebbe accadere, fuori dal campo per il club capitolino.

Il 31 luglio scorso Claudio Toti, storico proprietario, aveva iscritto la squadra forte di accordi in corso per la cessione delle quote del club. Americani, italiani, abruzzesi: si è detto e scritto di tutto. Oggi la Virtus è ancora nelle sue mani. Senza sponsor, senza aiuti dalla città e dalle istituzioni. Intanto, nella difficile stagione del Covid, la squadra gioca in un PalaEur a porte chiuse per il pubblico ma che costa, ogni volta che si apre alle gare, circa 20.000 euro. Doveva intervenire a sostenere questa spesa,che oltre sulla Virtus graverà anche sull’Eurobasket che, se la A2 partirà, in questo mastodontico e desolatamente vuoto impianto giocherà, la municipalizzata Acea. Che però poi ha cambiato idea. Se qualcuno, privato o azienda, non affiancherà in fretta Toti, il futuro della Virtus potrebbe essere irrimediabilmente segnato. Già in questa stagione. Certo, l’Italia e Roma sono travolti da altri problemi, ma sport e club storici sono un patrimonio sociale. Che forse qualcuno, oltre a Claudio Toti, dovrebbe difendere.


Ultimo aggiornamento: Domenica 18 Ottobre 2020, 20:12
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