Bruni: «New Zealand stellare, ma Luna Rossa non si fa intimidire»

Bruni: «New Zealand stellare, ma Luna Rossa non si fa intimidire»

di Francesca Lodigiani

Correva l’anno 1965. A Trieste si disputava il Campionato Italiano di Flying Junior. Una vecchia foto un po’ ingiallita, saltata fuori di recente, riporta il gruppo dei concorrenti in arrivo da tutta Italia. Molti accompagnati dai genitori, trattandosi di ragazzini. All’epoca infatti le classi giovanili erano il FJ e il Dinghy 12’, l’ Optimist e il 420 di oggi. Cosa c’entra Luna Rossa? C’entra c’entra, perché a quel Campionato parteciparono velisti che negli anni a seguire hanno rappresentato molto nella vela italiana e sono ancora amici e sulla breccia velica. Tra loro, da Palermo, anche Ubaldo Bruni e Giada Guccione, padre e madre dell’odierno timoniere di Luna Rossa Francesco “Checco” Bruni. Lui al timone, lei prodiera del fratello Marco. Narra la leggenda, ma leggenda non è, che fu in occasione di quella trasferta che iniziò il corteggiamento di Ubaldo a Giada, poi sfociato in matrimonio. Checco, 48 anni il prossimo 11 aprile è il primo dei loro figli. Gli altri sono Gabriele detto Ganga, e Marco. Tutti velisti, tutti innamorati del mare. Tanto che quando Francesco, studente di ingegneria, ma già brillante velista che si portava i testi in barca, alla fine del biennio si macera se proseguire gli studi o optare per la vela come professione, a scelta per la vela fatta il padre, ingegnere, che non lo ha voluto influenzare, è contento. “Di ingegneri ce ne sono tanti - si dice gli abbia detto - di bravi velisti pochi”. Prosegue invece l’università e diventa ingegnere Novella, compagna di università di Checco, poi sua moglie e mamma di Ubaldo jr e Vanina, di 14 e 11 anni, ottimo surfista foiling lui e agilissima promessa dell’arrampicata lei .

 

A proposito, tornando alla foto del 1965, in basso a destra, tra i più giovani, c’è anche Agostino Randazzo, oggi Presidente del Circolo Vela Sicilia, anche lui a Auckland, per il guidone del quale corre la Luna. La storia velica di Checco si snocciola secondo le modalità degli anni 70/80, ante circoli strutturati con pulmini e allenatori. E’ la madre che trasporta figli e barche su e giù per l’Italia, quando non l’Europa. In Optimist Checco è “bravino”, ma cresce veloce, a 13 anni è “possente” e sbarca sul Laser. La classe del suo boom nella quale nel 1994, anno magico, a 21 anni vince il mondiale e le preolimpiche. Va quindi alle Olimpiadi di Atlanta del 1996, dove però conclude sotto i suoi standard. Passa al 49er con il fratello Ganga, un equipaggio forte, seguito dal grande campione ucraino dell’Unione Sovietica Valentjin Mankin, accolto dopo il disastro della centrale nucleare di Cernobyl da Federvela in Italia, dove decide di venire per problemi di salute della figlia legati all’incidente. Con Ganga Checco è ai Giochi del 2000 a Sydney. Il quadriennio successivo, va ad Atene con la Star. Non si materializzano medaglie – il compagno di squadra a Sydney Luca Devoti, medaglia d’argento di Finn, suo grande ammiratore, sostiene anche per questione di poco peso - ma nel palmares di Checco, velista eclettico, ci sono 7 titoli mondiali, 5 europei, 15 italiani e un 1° nella ranking list mondiale ISAF di match race.

Luna Rossa arriva nella vita di Checco Bruni con la campagna del 2003 a Auckland, dove si occupa della meteorologia. Fa parte del Team anche in quella del 2007 a Valencia, dove vive l’amarezza della panchina. Checco resta però legato e fedele al Team e nel 2013 a San Francisco, l’edizione con i catamarani, è tattico col timoniere Chris Draper . Per l’edizione del 2017 tutto sembra andare per il meglio, Luna Rossa è già in fase di progettazione avanzata, quando a tradimento viene cambiata da Oracle con i challenger alleati, la barca con cui si sarebbe dovuta disputare la 35° Coppa a Bermuda. Bertelli è furibondo, sbatte la porta e ritira la sfida. Tutti licenziati e Checco accetta l’offerta degli svedesi di Artemis con i quali è di nuovo tattico del timoniere fuoriclasse Nathan Outteridge. Siamo ai giorni nostri, alla sesta sfida, quinta Campagna, di Luna Rossa. La terza partecipazione dell’Italia all’America’s Cup, nella quale Checco Bruni divide con Jimmy Spithill il timone della Luna volante.

Ha iniziato su barche “normali”. Ha fatto tre Olimpiadi con Laser, 49er e Star, ha perfino corso in Dinghy 12’, come è possibile, a 48 anni, la metamorfosi all’AC75?

«Cambiare da barca a barca è sempre stata una mia caratteristica, che alla fine mi ha portato a essere dove sono adesso.

Forse se avessi continuato a fare la stessa classe olimpica, avrei avuto più possibilità di vincere una medaglia. Invece ho preferito saltare da una classe a un’altra, da una specialità all’altra, dalla flotta, al match race, dalle dislocanti, al foil. Forse oggi raccolgo i risultati dell’investimento».

La panchina alla Coppa di Valencia 2007?

«Nel 2007 ho fatto tutte le regate di preparazione e poi è stato messo Andy Horton come titolare con De Angelis e Torben Grael. Io sono stato in panchina e ho fatto soltanto una delle regate ufficiali. Veramente un momento che ho sofferto, perché mi sarebbe piaciuto essere in barca e pensavo, forse, di meritarlo anche. Però sul momento la decisione fu quella e ho dovuto accettarla. Anche quelle sono cose che ti fanno crescere».

Il rapporto con Jimmy Spithill?

«Ottimo, lo è sempre stato. Collaboriamo molto bene, non abbiamo peli sulla lingua, ci diciamo quello che pensiamo. Siamo sempre stati della stessa idea su moltissime cose e quando facciamo un errore non abbiamo un problema a dircelo e miglioriamo sempre l’uno con l’altro».

Differenze e somiglianze fra voi?

«Sicuramente abbiamo caratteri diversi, uno italiano, l’altro australiano, Jimmy è uno molto più freddo, lascia passere poco come sensazioni, io magari sono più passionale, ma questo nel dopo regata. In regata cerchiamo entrambi di avere un atteggiamento molto professionale».

La relazione con Pietro Sibello?

«Con Pietro ci conosciamo da moltissimi anni. È stato il mio sparring partner col 49er per l’Olimpiade di Sydney 2000. É un ragazzo fantastico, un grande talento e sta facendo un lavoro incredibile per la squadra».

A Auckland si è “anglosassonizzato”?

«Non mi riconosco nella definizione. Cioè; cerco di stare calmo e focalizzato durante le regate, ma è un atteggiamento professionale, niente di più. Ovvio che se faccio la “Coppa del Nonno”, come dice Max Sirena, a Mondello col Laser, magari mi viene fuori più “passion”, ma solo perché non ho bisogno della stessa attenzione».

Adrenalina da Luna Rossa comparata a quella da Moth?

«Cose completamente diverse. La verità però è che il Moth mi ha tanto aiutato in quello che faccio ora. Ringrazio quando ho avuto l’idea di comprarne uno e di buttarmici sopra».

Altri suoi sport, interessi?

«Mi piace moltissimo andare in bicicletta, per adesso. E’ una cosa che faccio con tanta passione, anche come sfogo e per tenere sotto controllo la pancia. Devo stare a un peso target molto tirato per lasciare qualche chilo ai grinder. Ma mi piacciono tutti gli sport, veramente tutti, soprattutto quelli a mare e all’aria aperta. Anche pescare».

Pensiero su Emirates Team New Zealand e i suoi uomini.

«Poco da dire. Un team fortissimo, stellare, però non ci lasciamo intimidire».

Max Sirena ha dichiarato di avere alcune cose nella pipeline in termini di ulteriore miglioramento di Luna Rossa tra Prada Cup e America’s Cup. Piano rispettato?

«Sì miglioramenti ci sono stati, come sempre ogni giorno si migliora. Abbiamo fatto alcune modifiche, alcune sono riuscite, altre meno, ma la barca va sempre più forte, migliora. É però sempre tutto relativo al tuo avversario, quanto migliora anche lui».

Ben Ainslie è stato ospite a casa vostra a Palermo da ragazzo, come è stato, al di là dei ruoli, il Suo rapporto con lui a Auckland?

«E’ un grande amico, c’è un grande rispetto bilaterale e ci siamo sempre salutati, abbracciati. C’è un ottimo rapporto».

Chi considera i suoi maestri velici?

«Ho imparato tanto da molti: Torben Grael, Rod Davis, il mio primo allenatore Pablo Soldano, Giuseppe Dominici, Valentjn Mankin, che forse metterei sopra a tutti».

E’ storico socio del Lauria, Luna Rossa corre col guidone del Circolo Vela Sicilia, con chi è tesserato?

«Sono socio onorario del Lauria, sulla mia tessera FIV c’è scritto Lauria, ma spiritualmente mi sento tesserato con tutti i circoli palermitani e in particolare col nuovo Circolo Velico di Sferracavallo di cui sono fondatore. Insomma mi sento parte di tutti i circoli di Palermo, compreso il Vela Sicilia».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 8 Marzo 2021, 14:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA