Zucconi, il giornalismo perde un grande protagonista. Il corrispondente è morto domenica 26 maggio a Washington

Addio Zucconi, il giornalismo perde un grande protagonista

di Stefania Cigarini
Il giornalismo italiano perde la firma di Vittorio Zucconi, scomparso ieri a 74 anni, per una grave malattia, nella sua casa di Washington. Nella capitale degli Stati Uniti si era trasferito dal 1985. Originario di Bastiglia, nel Modenese, dove era nato il 16 agosto 1944, Vittorio Zucconi era figlio di Guglielmo giornalista (Domenica del Corriere e Il Giorno) e deputato della Democrazia Cristiana, e fratello di Guido, architetto e storico dell’architettura.

Dagli esordi nei primi anni Sessanta, come cronista di nera per il quotidiano La Notte di Milano, Zucconi ha poi lavorato per alcuni tra i principali giornali nazionali come La Stampa, il Corriere della Sera, La Repubblica come corrispondente dall’estero o inviato. I suoi reportage acuti, lucidi, spesso ironici sono arrivati da Tokyo, Mosca, Parigi, Bruxelles, Washington. In Italia, durante gli anni Settanta, ha seguito le vicende buie del terrorismo, dell’omicidio di Aldo Moro e sua è la firma sul caso Lockheed che costò le dimissioni dell’allora Presidente della Repubblica, Giovanni Leone.

Direttore del sito di Repubblica dalla creazione e di Radio Capital, Zucconi ha continuato a lavorare fino allo scorso anno. Prolifico scrittore - l’ultimo titolo è Il lato fresco del cuscino. Alla ricerca delle cose perdute, Feltrinelli, 2018 - ha messo su carta le sue esperienze di vita, di professione, ma ha scritto anche romanzi. Nel 2008 è stato nominato Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Lasci la moglie Alisa Tibaldi e i figli Guido e Chiara.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 27 Maggio 2019, 08:51
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