Trabacchi a Vigata: «Il mio Camilleri prima di Montalbano»

Trabacchi a Vigata: «Il mio Camilleri prima di Montalbano»

di Donatella Aragozzini
La collana C’era una volta Vigata, che porta sul piccolo schermo i romanzi storici di Andrea Camilleri, si arricchisce di un nuovo capitolo: La concessione del telefono, in onda stasera in prima serata su Rai1. Prodotto da Palomar e diretto da Roan Johnson, il film-tv ruota attorno all’apparentemente folle pretesa di un commerciante di legnami, Pippo Genuardi (Alessio Vassallo), che, sul finire dell’Ottocento, chiede di avere una linea telefonica privata, dando il via a un concatenarsi folle di eventi. Tra i protagonisti c’è anche Thomas Trabacchi.

Il suo personaggio?
«Sono un questore, uomo del Nord che si distacca dall’accanimento delle istituzioni nei confronti di Genuardi, che per lui è solo un visionario e non un sobillatore, ma viene sconfitto dalla follia al potere. Ad uscirne vincitore è infatti il prefetto interpretato da Guzzanti, instabile dal punto di vista psichico, che alla fine viene promosso. La realtà si prende gioco degli uomini, c’è lo sberleffo, l’ingegno, l’ironia di Camilleri».


foto di Paolo Ciriello

È la prima volta che recita in un’opera di Camilleri
«Sì, anche se lo conoscevo già molto prima di Montalbano, quando insegnava all’Accademia Silvio D’Amico, perché ho collaborato con Antonio Manzini, che è stato suo allievo e mi raccontava che aveva un grande carisma e grande cultura».

Il suo maestro, invece, è stato Vittorio Gassman: che uomo era?
«Era profondo ma senza moralismi o pesantezza. La sua Bottega Teatrale è stata quasi una scuola di scouting, un’esperienza importante per tanti. Gli sono veramente grato, mi ha fatto trovare la mia strada e mi ha insegnato il valore della cultura accompagnata dalla leggerezza e il non prendersi troppo sul serio».

Il suo prossimo?
«Sarò Beniamino Rossini nella fiction in 4 puntate L’alligatore, tratta dai romanzi noir di Massimo Carlotto: un malavitoso, braccio armato del protagonista, ma che a modo suo è un buono».

Una caratteristica comune a diversi personaggi interpretati recentemente.
«È vero, all’inizio mi chiamavano per interpretare dei cattivi, invecchiando mi stanno invece offrendo personaggi buoni: Ferri in La vita promessa era un uomo perbene, Riccardo di Liberi tutti un buono, anche il professor Regoli di Baby, nonostante le debolezze e gli inciampi, è uno che ci prova a fare bene. Ne sono contento, anche se è bello recitare i cattivi».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Marzo 2020, 07:42
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