The New Pope, Paolo Sorrentino. «Anche il Vaticano a rischio deriva fondamentalista»

The New Pope, Paolo Sorrentino. «Anche il Vaticano a rischio deriva fondamentalista»

di Paolo Travisi
Jude Law è stato il primo a cui ho detto di voler girare The New Pope ed è stato felice di tornare, mentre John Malkovich l’ho scelto perché oltre ad essere un attore molto bravo, è un’icona, come il Papa. Ha un aspetto saggio ed ambiguo, che potevano convivere in quel personaggio”. Con queste parole Paolo Sorrentino spiega, in una conferenza stampa molto ristretta, la scelta dei due attori protagonisti di The New Pope, serie prodotta da Sky, Hbo e Canal+, che andrà in onda in 10 puntate a partire dal 10 gennaio (su Sky Atlantic e Now TV) e poi sarà distribuita al cinema il lunedì successivo alla messa in onda televisiva.



Questa la trama. Pio XIII, il pontefice interpretato da Jude Law è in coma ed il segretario di stato, Voiello (Silvio Orlando) fa salire alla guida della Chiesa, Sir John Brannox, un inglese di origine artistocratica, che prende il nome di Giovanni Paolo III (Malkovich). Ma il nuovo Papa, tra fragilità e segreti, deve sostituire nei cuori dei fedeli, il suo carismatico predecessore, sospeso tra vita e morte, in odore di santità e idolatrato da migliaia di credenti cattolici che alimentano fondamentalismi. “E’ una serie che esplora dei personaggi solamente accennati in The Young Pope, racconta il privato di alcuni che erano solo funzionali al racconto del Papa, come quelli femminili, e ne introduce dei personaggi nuovi” precisa Sorrentino, che a proposito della genesi di quello che può considerarsi un sequel aggiunge: “quando è stata concepita era il periodo degli attentati in Francia che gettavano una luce cupa sulle nostre vite. Era impossibile non tenerne conto, anche se io cerco di non essere cronachistico, ma gli eventi di una società incidono sulle persone, quindi anche su di me. Tutte le forme di integralismo, non solo quella islamica, mi mettono paura e l’intolleranza è un tema che sento molto pericoloso. Spesso in nome della tolleranza si diventa intolleranti ed il Vaticano, che è il simbolo della Chiesa cattolica, non può non occuparsi di queste cose, anche perché contiene dentro di sé il pericolo di una deriva fondamentalista, esiste quindi il fondamentalismo cattolico. E nella serie si affronta l’eventualità di un fondamentalismo di questo tipo”.



Ed infatti nel corso delle dieci puntate si racconterà la Chiesa aggredita da scandali che rischiano di travolgere in modo irreversibile le alte gerarchie così come i simboli della cristianità. Anche se Sorrentino ammette di non essere interessato a raccontare il Vaticano secondo uno schema stereotipato già usato nel cinema. “Quel tipo di racconto è stato già ampiamente fatto da registi come Francis Ford Coppola ne Il Padrino III o Ron Howard e per molti anni è stato un racconto univoco, ma è un gioco datato prendere in giro un luogo serio, che a me non interessa” sottolinea il regista Premio Oscar, secondo cui “oggi l’atteggiamento verso il Vaticano è cambiato. Non c’è più necessità di mettere al centro del racconto, lo scabroso, la trasgressione, il pericolo, anche se queste cose in Vaticano esistono, come negli studi dei notai e negli ospedali”. E dalla Santa Sede, ammette Sorrentino, “nessun tipo di pressione, ed è giusto così perché hanno cose più importanti con cui relazionarsi”.


The Young Pope ha avuto un successo internazionale, fattore determinante che ha consentito alla produzione ed a Sorrentino di investire in questa seconda serie, dove tornano alcuni attori (Javier Cámara, Cécile de France, Ludivine Sagnier e Maurizio Lombardi,) e ne arrivano dei nuovi, tra cui Massimo Ghini, Sharon Stone e la rock star Marilyn Manson. Ed alcuni numeri testimoniano l’imponente impegno economico profuso per The New Pope: 22 settimane di riprese, 4500 costumi, 450 papaline e cappelli, oltre 500 croci, 9000 i personaggi, fra protagonisti e figurazioni, con attori provenienti da 65 Paesi nel mondo. Lecito chiedere a Paolo Sorrentino, se un'altra serie chiuderà la trilogia. “Mai dire mai, farei altre cose televisive non so se sul Papa o altro, ma in futuro se me lo fanno fare…”. Nel frattempo il regista de La Grande Bellezza si è trasferito a Los Angeles, dove sta lavorando alla sceneggiatura di un film “il cui titolo del libro è Mob Girl, ma sono certo che lo cambieremo. Il film sarà girato a New York”, ma non sono diffusi altri particolari sul cast (anche se rumors dicono Jennifer Lawrence).


Tornando al mondo raccontato da Sorrentino, il Vaticano (almeno nella contestualizzazione dei personaggi), il regista non manca di sottolineare con ironia, una sequenza di The Young Pope, in cui si vede il Pontefice interpretato da Jude Law, sfilare su una passerella. "Mi ricordo le foto di Wojytyla che sciava vestito di bianco o che faceva il bagno in piscina. Nel sogno tutto è concesso, e questo non si può censurare, perché ognuno può sognarsi il Papa come vuole. Non sono stato irriverente, direi giocoso". 

Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Gennaio 2020, 14:06
© RIPRODUZIONE RISERVATA