Teresa De Santis: «La tv sta cambiando, alla Rai serve una sterzata per stare al passo coi tempi e con il mercato»

Teresa De Santis: «La tv sta cambiando, alla Rai serve una sterzata per stare al passo coi tempi e con il mercato»

di Marco Castoro

«Ho dovuto dare ragione al mio amico Agostino Saccà che mi diceva: “il direttore di Rai1 deve durare in carica al massimo due anni perché è una roba che uccide un cavallo” e io che l’ho fatto per un anno e mezzo sono contenta per avercela fatta con dignità e risultati». Dimenticata Rai1, Teresa De Santis è ora il presidente di Raicom, la società che si occupa della commercializzazione dei programmi Rai e di tutte le convezioni con p.a. ed enti locali. Edita RaiLibri e si occupa di progetti speciali tra i quali “Cartoon on the bay”, il festival dell’animazione e della transmedialità che si svolgerà a Pescara dall’1 al 5 giugno.

La tv sta cambiando…

«E in maniera veloce. Non a caso noi ci stiamo occupando dei linguaggi innovativi della tv, la realtà aumentata è la nuova frontiera, rappresentata dall’intelligenza artificiale che ormai sostituisce le classiche riprese scenografiche, con prodotti ricreati. Se si guarda The Mandalorian, la serie più costosa su Disney+, è in gran parte girata con scenari ottenuti con l’intelligenza artificiale, ormai presente e futuro del video. Nel nostro festival apriamo una finestra sul fenomeno degli sport elettronici e avremo in anteprima mondiale a Pescara il 1° giugno la prima di Jurassic World 10, esattamente la notte precedente alla presentazione mediatica di Londra».

Quindi la tv ha bisogno di linguaggi innovativi?

«Certo. La tv lineare è avviata a diventare una parte del sistema. L’esplosione delle piattaforme ha fatto sì che si è modificata anche la costruzione dei linguaggi. Non c’è solo la tv di palinsesto, quella non interrativa, ma adesso ci sono delle modalità che ti obbligano a rivedere formati, durata, generi e tipologie di prodotto. Se si pensa alla tv di altri device, dei telefonini, i dispositivi più diffusi tra i ragazzi, si deve pensare a formati che non abbiano durate chilometriche ma di 15-30 minuti, pillole estemporanee sulla dinamica di Youtube.

 

E la Rai è al passo coi tempi?

«Già qualche anno fa, durante l’ultimo Sanremo di Baglioni spiegai in conferenza stampa, rispondendo alla polemica sul milione di spettatori perso dagli ascolti tradizionali, che un milione di persone si erano spostate sullo streaming e avevano visto il Festival pezzo per pezzo con tantissime interazioni.

E dopo qualche mese l’Auditel modificò i parametri inserendo anche altri capitoli».

Le fiction Rai sono ancora attuali con il mercato internazionale delle piattaforme? Perché sembrano ancorate a stereotipi tradizionali e non al passo con i nuovi generi che hanno conquistato i giovani?

«Purtroppo, le precedenti gestioni non sono riuscite a correggere la rotta rapidamente e si è continuato a pensare soprattutto alla tv lineare, che resta per ora il nostro core business. Dobbiamo affrontare tutti una rapidissima sterzata, altrimenti finiremo fuori mercato. Già oggi, il web assorbe il 50% della pubblicità». 

Teresa De Santis è il direttore di Rai1 che designò Amadeus direttore artistico di Sanremo…

«Diedi ad Ama tre linee guida: le donne (un omaggio anche a me perché ero il primo direttore donna di Rai1 e forse resterò l’unica), l’amicizia (lui e Fiorello) e i giovani con il loro modo di fruire la musica. E Ama - da ex dj - provò e scovò tutti i fenomeni del web dimostrando di essere la persona giusta per il suo ruolo, perché sa essere tradizionale e innovativo e sa anche immedesimarsi con il nuovo mercato. I risultati di tutti questi anni l’hanno dimostrato».


Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Maggio 2022, 09:00
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